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Forza Italia, l'idea di Silvio Berlusconi: rimpasto di governo e tre uomini fidati nel governo

Giulio Bucchi
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Forza Italia resterà all'opposizione, costruttiva ma pur sempre all'opposizione. Lo ha ribadito Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a un convegno azzurro organizzato a Perugia dall'europarlamentare Antonio Tajani. Parole che vogliono ricucire il possibile strappo con la fronda più anti-renziana del partito, guidata da Raffaele Fitto: "Sul lavoro saremo coerenti, non possiamo dire no alle riforme che vogliamo - ha spiegato il Cavaliere -, ma restiamo alternativi al governo". Mano tesa, dunque, ai falchi fittiani che vorrebbero una rottura dell'asse con il premier: "Ho letto di presunti screzi in Forza Italia - ironizza Berlusconi -, mi pare che siano altri i partiti divisi". Chiaro riferimento al Pd, che su Jobs Act e articolo 18 rischia una scissione vera e propria.  I rapporti con gli alfaniani - Ma sull'agenda politica del Cav non ci sono solo le riforme. C'è un quadro più ampio che vorrebbe Forza Italia dentro il governo, in un'ottica di riunione dei moderati e dei centristi che a Berlusconi non dispiace affatto. Si tratta però di capire come e quando concretizzarla. Fallita infatti la cosiddetta "operazione Lassie", che avrebbe voluto ricondurre all'ovile un pezzo di parlamentari del Nuovo Centrodestra, sarebbe ancora in piedi la strategia opposta: portare cioè nella squadra dell'esecutivo alcuni uomini fidatissimi di Berlusconi. Impossibile che siano di Forza Italia, più facile che vengano proprio da Ncd o dai moderati già nell'orbita di Renzi. La strategia di Berlusconi - Il piano è chiaro: giocare sul probabile rimpasto di governo successivo alla nomina di Federica Mogherini in Europa. Si libererebbe il posto alla Difesa con conseguente effetto domino su altre posizioni, sottosegretariati compresi. E' lì che gli azzurri vorrebbero piazzare qualcuno. Il Corriere della Sera butta là tre nomi: esponenti alfaniani e centristi con cui il Cav avrebbe contatti costanti. Sono Renato Schifani, storico forzista pidiellino che nel 2013 ha seguito Alfano. Lui per ora respinge le avances di ritorno tra gli azzurri, ma sullo scenario alternativo ancora tace. Poi 'è Tonino Gentile, senatore calabrese di Ncd silurato ai Trasporti (era già stato nominato sottosegretario) e costretto alle dimissioni con l'accusa di aver fatto pressioni per bloccare le rotative dell'Ora della Calabria. Il terzo papabile sarebbe Mario Mauro, big forzista anche in Europa, da sempre "cerniera" tra Alfano e Berlusconi e tentato di spostare i suoi Popolari per l'Italia un po' più a destra. Una partita lunga, in cui a vincere potrebbero essere in tanti. Ma occhio, perché i rischi sono altrettanti: gli ultimi sondaggi danno Ncd e Udc tra il 3,7 e il 5,5%, come ricorda il Corriere. Ed è su questo punto che Berlusconi si fa forza: fino a quando i moderati continueranno a sostenere Renzi, perdendosi nella sua ombra?

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