I conti azzurri

Debiti di Forza Italia, la Rossi lancia il piano "Era"

Matteo Legnani

Quando Silvio Berlusconi la nominò "responsabile economico del partito" in più d'uno, anche tra gli azzurri, alzò il sopracciglio. Invece la senatrice Maria Rosaria Rossi sta affrontando con grande determinazione i problemi di bilancio di Forza Italia conseguenti a una riduzione dei contributi pubblici ai partiti e al tetto imposto ai privati per le donazioni alle forze politiche. L'ultimo suo progetto si chiama "Era". La cura dimagrante inaugurata qualche mese fa dalla senatrice di Piedimonte Matese è servita a dare una boccata di ossigeno alle casse, ma  dopo il licenziamento con conseguente ricorso alla cig per 42 dipendenti ex Pdl, anche gli 81 lavoratori attualmente nell’organico forzista restano a forte rischio. Ecco, allora, "Era": dove la "E" sta per "Eliminazione degli sprechi"; la "R" per "riduzione dei costi" e la A come "Aumento delle entrate". L'attività di fund raising continuerà attraverso una  nuova serie di cene sempre con la formula "mille euro per un posto a tavola con Silvio": la prossima si terrà a Milano e quelle successive saranno organizzate in ogni Regione, preferibilmente nei Comuni più piccoli. Nuove risorse dovranno arrivare anche con i contributi di tutti gli  eletti, parlamentari nazionali ed europei e consiglieri (regionali  provinciali e comunali), che dovranno assolutamente versare la quota  mensile e pagare gli arretrati. Allo stato, ogni deputato e senatore  sborsa 800 euro, ma in futuro (forse già da gennaio) potrebbero  esserci dei rincari. In particolare, Rossi ha voluto responsabilizzare i coordinatori regionali: ciascuno di loro dovrà portare a casa entro un termine preciso un obiettivo di entrata. Si pensa a una sorta di campagna di sensibilizzazione per incentivarli.  Qualche settimana fa la Rossi ha chiesto con una lettera a tutti i parlamentari un contributo straordinario a piacere e presto farà un bilancio di quanto raccolto. Sul fronte riduzione costi, Rossi ha già ridimensionato la sede nazionale di piazza San Lorenzo in Lucina e ancora non ha deciso se sacrificare o meno la location del cosiddetto parlamentino azzurro a palazzo Grazioli, dismettendo la locazione. Quanto al piano di risanamento dei debiti accumulati fino ad ora da Fi, ancora una volta sarà il Cav a metterci una toppa. L’ex premier garantirà il pagamento degli oltre 100 milioni di passivo in fideiussioni bancarie personali, secondo l’ultimo bilancio relativo al 2013. Si sta definendo un accordo con le banche per un piano di rientro in 3-4 anni. La speranza è che con i congressi Comunali possa aumentare il numero degli iscritti e, soprattutto, si riescano a incassare nuove risorse.