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Trattativa Stato-mafia: l'interrogatorio di Napolitano

Lucia Esposito
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I magistrati di Palermo sono giunti al Quirinale per la deposizione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, come teste sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia.L'udienza si terrà nella sala del Bronzino. Al Colle, con il procuratore aggiunto, Vittorio Teresi, ci sono i sostituti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, tra gli avvocati delle sette parti civili e dei dieci imputati (non ammessi dalla Corte a partecipare direttamente o in videoconferenza alla testimonianza del  Capo dello Stato) ha varcato la soglia del Quirinale anche l'avvocato Luca Cianferoni, legale del boss di Cosa Nostra, Totò Riina. L'area di piazza del Quirinale è stata transennata ed è  affollata di cronisti e fotoreporter. Una ventina circa le domande che i magistrati di Palermo dovrebbero sottoporre al Capo dello Stato. A rivolgere per primo i quesiti al Presidente sarà il procuratore aggiunto Teresi. Il capo dell'ufficio inquirente, Leonardo Agueci, sarà presente ma non interrogherà Napolitano. La prima parte della deposizione ruoterà attorno alle preoccupazioni che Loris D'Ambrosio, ex consigliere giuridico di Napolitano, espresse al Capo dello Stato nel giugno del 2012 in una lettera scritta un mese circa prima della sua scomparsa.

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