L'incontro

Matteo Renzi incontra Napolitano: ecco cosa si sono detti

Lucia Esposito

Gran consulto al Qurinale: da Giorgio Napolitano salgono il premier Matteo Renzi e Maria Elena Boschi,ministro delle riforme. Dopo un’ora circa di colloquio, un breve ma eloquente comunicato del Colle dà la versione ufficiale della conversazione. I tre Hanno parlato delle riforme, da far ripartire e da seguire con attenzione, metodo e cura di qui ai prossimi mesi. Anche con un certo ordine. Il colloquio - Questo il testo del documento: "È stato ampiamente esposto il percorso che il governo considera possibile e condivisibile con un ampio arco di forze politiche per quello che riguarda l’iter parlamentare dei due provvedimenti fondamentali già a uno stato avanzato di esame»" In altre parole: il premier ha spiegato come intenda muoversi riguardo la riforma del Senato (approvata in prima lettura da Palazzo Madama e ora a Montecitorio) e la legge elettorale (a sua volta al Senato, dopo essere stata approvata dalla Camera mesi fa). "Un percorso - conclude la nota - che tiene conto di preoccupazioni delle diverse forze politiche, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra legislazione elettorale e riforme costituzionali". Come dire: sono state date assicurazioni sul metodo, che dovrà vedere il massimo coinvolgimento del maggior numero possibile di forze politiche. Il metodo - Ma anche sul fatto che dovrà trattarsi di una riforma equilibrata, fatta in modo organico per portare ad un nuovo sistema costituzionale omogeneo in ogni sua parte. Il percorso, pare di capire, dovrà essere il più rapido possibile, e condiviso. Questo è un aspetto della questione che, da sempre, sta a cuore al Quirinale, perché le riforme fatte per strappi, lo dice la storia recente, non hanno vita lunga.  Tensioni nei partiti - La cronaca della giornata, però, vede anche una certa fibrillazione all’interno del Pd e di FI. È ancora il fall out delle elezioni in Emilia Romagna e Calabria, innestato sulle polemiche per come si è arrivati all’approvazione del Jobs Act. Nel Pd l’opposizione si sente offesa per gli apprezzamenti del presidente Matteo Orfini, che ha definito i suoi esponenti delle "prime donne". Risponde Cuperlo, controribatte Orfini. Intanto  Pier Luigi Bersani lancia un avvertimento: "La nostra gente non vuole scissioni, ma Renzi non faccia finta di nulla". Questo mentre Raffaele Fitto, sul versante di Forza Italia, si rivolge a Silvio Berlusconi con toni non esattamente da figliol prodigo: "Chiedo rispetto". Il quadro all’interno dei due partiti è tutto men che statico. Nic