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Ncd, Barbara Saltamartini lascia, critiche ad Alfano. E Matteo Renzi sfotte Angelino: "Leccati le ferite"

Giulio Bucchi
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"Oggi, dopo aver incontrato il presidente di Ncd, Angelino Alfano, ho deciso di lasciare il partito". Il Nuovo centrodestra perde i pezzi: dopo le dimissioni da capogruppo di Maurizio Sacconi e mezzo partito in rivolta con il segretario per il pasticcio sul voto per il Quirinale, arriva l'addio anche di Barbara Saltamartini. "Una scelta difficile e sofferta, ma coerente con gli obiettivi che mi ero posta quando ho contribuito alla fondazione del Nuovo Centrodestra. Una scelta - prosegue Saltamartini - maturata dopo l'ennesimo strappo compiuto dal premier Renzi che, sia chiaro non sulla scelta del nome del Presidente Mattarella, ma nel metodo ha imposto agli alleati una decisione presa solo con il Partito Democratico e che Ncd ha avvallato alla quarta votazione, chiudendo così il dialogo aperto con altre forze di centrodestra". Era stato lo stesso Matteo Renzi, in mattinata, a ironizzare sul travaglio di Ncd dopo l'elezione del presidente Sergio Mattarella: "Io penso che oggi ci sia da rimettersi a lavorare con calma. Chi deve leccarsi le ferite lo faccia", aveva spiegato il premier. "Non siamo gli zerbini di nessuno", è stata la replica, piccata, di Maurizio Lupi. La profezia Salvini: "Ncd e Alfano..."     Fuga verso Forza Italia e Lega - Più che leccare le ferite, Alfano è chiamato ora a un durissimo lavoro di ricucitura, perché come detto il partito è spaccato: in difficoltà sul fronte sondaggi, incerto politicamente nella linea da tenere dentro al Parlamento (fuori o dentro il governo?) e soprattutto su cosa fare fuori, nelle piazze e forse alle urne. Con Forza Italia? Con Forza Italia e la Lega Nord? Da soli? E se qualcuno sussurra che Sacconi potrebbe tornare all'ovile forzista o nel progetto che verrà, sulla Saltamartini è girata voce di un possibile approdo alla Lega, magari in ottica centro-sud. "Con Alfano - racconta la stessa deputata - ci siamo confrontati sul piano politico su quanto fatto dalla nascita del nostro progetto, e dunque sulle successive sfide che il partito intende portare avanti. Restano inalterati i buoni rapporti personali, ma oggi la linea politica espressa dal presidente Alfano non rispecchia più il progetto che avevamo presentato agli italiani". Secondo la Saltamartini, l'obiettivo mancato era "costruire una aggregazione di centrodestra in grado di poter rappresentare i milioni di elettori che non votarono il Pdl alle ultime elezioni politiche del 2013 e garantire, con il governo Letta, la stabilità necessaria per poter superare la grave crisi economica che l'Italia stava attraversando, sono stati i presupposti per la nascita del nuovo partito nei quali mi sono ritrovata. Con l'avvento di Matteo Renzi - sottolinea - tutto è cambiato".  Alfano in discussione - Saltamartini rappresenta quella parte di Ncd, minoritaria, che contesta la linea scelta da Alfano. Per ora, però, di processi al segretario nonché ministro degli Interni non se ne fanno. Alfano "non mi sembra che sia assolutamente in discussione. Noi dobbiamo continuare ancora a essere più forti e più chiari sul ruolo che l'area popolare vuole e deve assumere nei prossimi giorni e mesi", ha commentato Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture. Non è un caso, però, che i più tranquilli dentro Ncd siano quelli che hanno un posto nel governo. Tra gli altri, all'opposto, cresce l'insofferenza. E la voglia di ritrovare un posto al sole in qualche altro schieramento. E in vista delle prossime elezioni regionali, Campania in testa, c'è chi come Nunzia De Girolamo chiede alleanze chiare e un confronto immediato con Renzi: "Non possiamo fare gli alleati a comando".    

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