Montecitorio, il giuramento di Sergio Mattarella: le linee guida del nuovo presidente
Alle 10.06 suonano le campane di Montecitorio: Sergio Mattarella ha giurato ed è ufficialmente il nuovo presidente della Repubblica italiana. Davanti al Parlamento riunito, il Capo dello Stato rivolge un "saluto rispettoso", ringrazia "tutti coloro che hanno preso parte al voto" e saluta i suoi predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano (il primo assente per motivi di salute, il secondo accolto con un applauso in piedi da tutti gli onorevoli e dalle parole affettuose di Mattarella per "il suo sacrificio"). "Rappresento l'unità nazionale, che lega indissolubilmente i nostri territori dal Nord al Mezzogiorno. Ma anche unità di attese e ispirazioni dei nostri concittadini, unità che rischia di essere difficile, fragile e lontana". Ancora una volta l'invito a tutti è quella di lottare insieme per "realizzare le speranze" degli italiani, di fronte a una crisi che "ha generato ingiustizie, povertà, emarginazione e angosce presso tante famiglie". Il discorso è di buon senso, un po' prevedibile, poco entusiasmante, con riferimenti obbligati a crisi, mafia, corruzione, donne, terrorismo. In un certo senso un discorso "democristiano", così com'è molto scontato l'atteggiamento del Parlamento, che applaude spesso in piedi ogni passaggio del presidente sul rispetto della Costituzione, anche il più banale. Fuori dalla crisi, il rigore non basta - Quindi il "lavoro che manca tra i giovani, specialmente nel Mezzogiorno, le difficoltà nel garantire i diritti fondamentali" vengono indicate come l'agenda fondamentale della Repubblica, in ossequio al "patto sociale sancito dalla Costituzione". Per uscire dalla crisi "è indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, soprattutto a livello europeo". Saluto e augurio al governo, applaudito dal presidente per il semestre europeo condotto all'insegna di questo obiettivo. "L'urgenza delle riforme politiche, economiche e sociali", sottolinea Mattarella, è dettata da questa emergenza. La pubblica amministrazione, "che possiede valore e competenze", deve però garantire "trasparenza e semplicità dei provvedimenti". Parlare di unità nazionale, dunque, "significa ridare speranza". La gaffe: il foglio scomparso - Poi un momento di imbarazzo, perché il presidente perde il foglio successivo del suo discorso. Mattarella si ferma, sfoglia il plico e i parlamentari per alleggerire la tensione applaudono. Laura Boldrini e Valeria Fedeli, accanto al presidente, sorridono. Sì alle riforme, "ma sarò imparziale" - Quindi l'appello a deputati e senatori: "La politica è servizio al bene comune, è patrimonio di tutti. E' significativo che questo mio giuramento sia avvenuto mentre si sta per compiere una riforma importante, che ha l'obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico. La nostra priorità, come ricordato da Napolitano, è poi approvare una nuova legge elettorale. Il presidente è garante della Costituzione, l'arbitro dev'essere e sarà imparziale. I parlamentari lo aiutino, con la loro correttezza". Il Parlamento applaude in piedi - Le linee guida della sua presidenza, dunque, si ritrovano nella Carta. Garantire la Costituzione "significa garantire diritto allo studio e diritto al lavoro, aiutare la ricerca, amare i nostri tesori ambientali e artistici, ripudiare la guerra e promuovere la pace, significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni, sostenere la famiglia fondamento della società". Quindi il richiamo alla resistenza e al sacrificio di chi 70 anni fa si oppose a Fascismo e nazismo, accolto dalla standing ovation di buona parte del Parlamento, ripetuto quando Mattarella richiama alla necessità di combattere "mafia e corruzione, giunta a un livello inaccettabile e che favorisce le consorterie e sfavorisce gli onesti e i capaci". Sempre a questo proposito, ecco il riferimento (e il ringraziamento) del presidente a Papa Francesco per la sua condanna al "cancro della criminalità organizzata". "Risposte globali contro i jihadisti" - Il neo-presidente ha poi affrontato il tema del terrorismo islamico: "Per minacce globali, servono risposte globali. Contro il terrorismo e il fondamentalismo non ci si può rinchiudere nel fortino degli Stati, la Comunità internazionale deve mettere in campo tutte le sue risorse. La lotta al terrorismo va condotta con fermezza, intelligenza e capacità di discernimento. Lo Stato deve assicurare il diritto dei cittadini a una vita libera dalla paura". Dopo la Seconda Guerra mondiale, ricorda Mattarella, siamo stati guidati dalla "speranza di ripresa" e poi dopo il 1989 e la caduta del Comunismo sovietico "dalla speranza di democrazia". Altro applauso in piedi il Capo dello Stato lo strappa parlando della vicenda dei due marò Massimiliano Latorre e Girone accusati di omicidio in India: "Auspichiamo che ritornino presto in patria". Quindi un saluto agli italiani "impegnati all'estero in zone a rischio per attività di cooperazione e sviluppo", sull'onda della liberazione in Siria delle giovani Vanessa e Greta e la sorte ancora incerta degli altri connazionali rapiti, Padre Dall'Oglio in testa. Alle 10.37, mezz'ora esatta, Mattarella si congeda con il classico "Viva la Repubblica, viva l'Italia". E nuovo applauso in piedi. di Claudio Brigliadori @piadinamilanese