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Senato di voltagabbana, il Fatto: chi sono gli uomini di Ncd e Forza Italia pronti ad andare con Renzi

Giulio Bucchi
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In due anni 175 voltagabbana. Il 20% dei parlamentari, come sottolineato da Maurizio Belpietro nel suo editoriale su Libero di domenica 8 febbraio, ha cambiato casacca non per conversioni ideologiche ma per calcoli personali. Questioni di poltrone, insomma. E potrebbe non essere finita qui. Anzi, secondo il Fatto quotidiano saremmo alla vigilia della "più gigantesca operazione di trasformismo della storia repubblicana". Dopo il trasloco dei "responsabili-stabilizzatori" di Scelta civica al Pd, scrive Fabrizio D'Esposito, se il governo andasse in crisi con il rischio concreto di fine della legislatura (e un vitalizio in fumo), al Senato i "volenterosi" diventerebbero addirittura 50 o 60, provenienti da tutti i gruppi parlamentari. Un cuscinetto in grado di far crescere la maggioranza fino a quota 190, quando il quorum è di 161 (e oggi si viaggia sui 172 senatori a sostegno dell'esecutivo). Da Ncd a Forza Italia: chi può andare con Renzi / La fotogallery   Obiettivo 2018 - Non solo ex montiani, ex grillini e autonomisti vari. Il Fatto rilancia l'ipotesi che si possano unire a Renzi anche alcuni alfaniani (nell'ipotesi in cui Ncd decida di rompere con il Pd per riavvicinarsi a Silvio Berlusconi) e addirittura un manipolo di forzisti vicini a Denis Verdini, quelli che il Patto del Nazareno a differenza del Cavaliere proprio non vorrebbero spezzarlo. E tutto nel nome del 2018, ossia la fine naturale del mandato parlamentare. Da Ncd a Forza Italia: i nomi - Il Fatto, come detto, stila l'elenco (con tanto di foto) dei possibili voltagabbana. Ci sono i due di Gal Paolo Naccarato (ex Ncd) e Michelino Davico (ex leghista), ci sono Mario Mauro (ex Pdl) e i suoi due compagni in Popolari per l'Italia Angela D'Onghia e Tito Maggio. E poi ci sono i senatori del Nuovo centrodestra più "filo-renziani": nell'elenco del giornale del nuovo direttore Marco Travaglio spiccano Antonio Gentile, Guido Viceconte, Laura Bianconi, Giovanni Bilardi, Federica Chiavaroli, Francesco Colucci e Ulisse Di Giacomo. C'è poi la partita, assai complicata, dentro Forza Italia. Di sicuro le ultime uscite di Berlusconi hanno indebolito la posizione di Verdini, il grande mediatore con Renzi. Da qui la congettura di un suo possibile "tradimento". Sembra fanta-politica, ma il Fatto indica proprio il fiorentino e altri due senatori forzisti a lui molto vicini, Riccardo Villari e Cosimo Sibilia, come possibili "teste di ponte" azzurre verso la maggioranza.

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