Silvio Berlusconi: "Andrei in galera al posto di Marcello Dell'Utri"
Tutto pur di non assecondare le richieste della signora Veronica. Silvio Berlusconi, per non staccare l'assegno milionario preteso dalla ex, è pronto anche ad accorciare la sua aspettativa di vita. E si passa dal «tecnicamente immortabile» (anamnesi del compianto medico personale Umberto Scapagnini), al «mi restano 10-15 anni di vita». Che, sommati alle 79 primavere quasi compiute, fanno comunque una bel totale. Però, attenzione, l'ex premier precisa: 10-15 anni, salvo imprevisti. Perché, rivela Berlusconi ai deputati di Forza Italia, «sono in cima alla lista dei bersagli dell'Isis». Quindi, per motivi di incolumità personale, il presidente di Fi non farà campagna elettorale per le Regionali. Solo pochi e selezionati appuntamenti al chiuso e qualche ospitata televisiva. «Pensateci voi a sostenere i nostri eroici candidati, soprattutto in Campania, Liguria e Puglia». Al rigurdo, Silvio non accenna alla polemica con Raffaele Fitto (i suoi discepoli comunque non si sono presentati), ma nega che sia sua intenzione fare fuori la vecchia guardia: «Rinnovo il partito ma senza gettare nessuno a mare, c'è posto per tutti», giura, «faremo un partito repubblicano sul modello Usa». Poi parla di Matteo Renzi. Dicendo peste e corna. «Governa senza il consenso popolare, nella sua carriera la carica elettiva più importante è stata alla Provincia di Firenze... E con le sue riforme sta creando una piccola dittatura», attacca. Anche l'Italicum va respinto, nonostante Forza Italia abbia contribuito alla stesura: «Il Patto del Nazareno era un'altra cosa, lo sa anche Verdini. Renzi l'ha cambiato 17 volte. Con il 30% vuole tutto. È malato, la sua è bulimia di potere. Io ho il 25% di gradimento, lui il 32, tutto è recuperabile». Anche sull'emergenza immigrazione, Matteo è un disastro. Silvio ha ricordato di quando lui sedeva a Palazzo Chigi: «Con Gheddafi avevamo trovato un accordo che azzerò gli sbarchi». Oggi? «Il blocco navale non serve, bisogna pattugliare le coste. Ma ci vogliono 10mila uomini per farlo». È il momento amarcord: «I Capi di Stato ancora mi stimano», dice il Cav, «sia per i miei meriti politici che per quelli sportivi: il Milan è la squadra che ha vinto più di tutti. Lo sanno anche in Cina». Se solo al sua fama mondiale non fosse stata sporcata da quel «colpo di mano organizzato da Napolitano», la storia sarebbe andata diversamente, accusa Berlusconi. Rivelando ai deputati azzurri che «il presidente della Repubblica incontrò segretamente il giudice che poi decise la mia condanna in Cassazione sui diritti Mediaset». L'ex premier parla dell'inchiesta di Libero sulla sua sentenza che non fa giurisprudenza perché secondo chi l'ha scritta è sbagliata. «È un fatto allucinante, indegno di un paese civile». Così come giudica «incredibile» la carcerazione di Marcello Dell'Utri. È «una spina nel cuore, farei di tutto per lui. Andrei io in galera al posto suo...». di Salvatore Dama