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Elezioni regionali 2015, Pd e Renzi perdono voti ovunque. Li salvano solo Emiliano e l'impresentabile De Luca

Giulio Bucchi
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Il Partito della Nazione non c'è, l'Italia rifiuta il bipolarismo, figurarsi il bipartitismo. E nonostante il 5-2 a proprio favore, Matteo Renzi accoglie queste elezioni regionali con un misto di stupore e tremore. Il Pd perde terreno in Toscana (primo col 46%, ma alle Europee 2014 aveva preso il 56,3%) e perde e basta in Liguria, devastato dal derby con il civatiano Pastorino. Un fallimento dolorosissimo che aprirà un dibattito a sinistra che rischia di fare molte vittime. E se in Umbria arriva una vittoria più risicata del previsto, il paradosso è che le due affermazioni più importanti, in Campania e Puglia, sono arrivate grazie a due candidati non propriamente renziani, mentre Alessandra Moretti in Veneto è passata dal 37% del maggio 2014 al 22% di oggi, mentre la più renziana di tutti, Raffaella Paita in Liguria (imposta e sostenuta alle primarie contro l'antagonista Sergio Cofferati, con tanto di polemiche legali), è stata un flop totale.  L'impresentabile salvatore - Da una parte c'è l'impresentabile Vincenzo De Luca, neo-governatore della Campania che non potrà governare (almeno in attesa della sentenza di tribunale) ma che si è candidato sfidando tutti, democratici campani e vertici nazionali. Forte del suo consenso personale si è imposto con metodi "renziani" nonostante la diffidenza del segretario premier che per molti mesi ha cercato di sabotarne la candidatura alle primarie senza però trovargli un avversario all'altezza. Misurata la potenza del sindaco di Salerno, Renzi si è dunque convinto a tirargli la volata solo nell'ultima settimana, conscio che una sconfitta in Campania sarebbe stato un siluro troppo forte per il governo. Resta però il dubbio, pesante, sulla gestione del Pd: non c'è una classe dirigente in grado di scegliere i candidati in maniera autonoma e imporre linee. Un campanello d'allarme molto inquietante.  Emiliano l'anti-Renzi? - Per certi versi è molto simile anche la vicenda di Michele Emiliano, depurata da ogni ombra giudiziaria. L'ex sindaco di Bari ha vinto in carrozza in Puglia contando su un carisma personale che ha superato di gran lunga il valore elettorale del Pd (19,5% al partito, 47,2% al candidato di cui oltre l'1% di voto disgiunto) e soprattutto viene da una storia sui generis. Lontano da Renzi per formazione culturale e politica, per certi versi più vendoliano che dem ma molto vicino al premier per carica comunicativa e pragmaticità. In molti in Puglia lo proponevano come leader della sinistra non renziana, più che anti-renziana. Chissà se queste elezioni non siano il trampolino per le sue ambizioni. di Claudio Brigliadori @Piadinamilanese

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