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Regionali Liguria, il governatore Toti: "Insieme vinciamo". Poi fa il leghista: "Basta migranti"

Giulio Bucchi
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La Liguria laboratorio politico, sì, ma del centrodestra. Mentre nell'Ohio d'Italia Matteo Renzi ha capito che mandare a quel paese la sinistra può ancora costare molto caro (con Raffaella Paita silurata dal civatiano Pastorino), è da questa regione che il centrodestra prova a ripartire. Unito, perché solo così può davvero essere l'alternativa principale al premier e al Pd. "Se vogliamo dare un significato politico a queste elezioni è questo: il centrodestra unito batte il Pd diviso", ha spiegato non a caso il neo-governatore Giovanni Toti, coordinatore nazionale ed eurodeputato di Forza Italia ma eletto soprattutto grazie ai voti della Lega Nord, come ha ammesso a caldo. "Servirà sedersi attorno a un tavolo da domani - ha proseguito riferendosi alle possibilità di ricostruire una coalizione a livello nazionale -. Ce l'abbiamo fatta in Liguria e a maggior ragione ce la faremo a livello nazionale". Di sicuro Toti ha già fatto sua qualche parola-chiave leghista: "Non siamo disponibili ad accogliere nuovi migranti. Qui in Liguria gli spazi sono piccoli, è buon senso, non è mancanza di solidarietà. Non si possono scaricare qui i problemi non risolti a livello nazionale, il problema va risolto sulle coste della Libia non della Liguria". E dalla Lombardia, altra regione dove Lega Nord, Forza Italia e Ncd governano insieme, il governatore Roberto Maroni (del Carroccio) tende la mano al collega: "Ora al lavoro per iniziative comuni su lavoro, welfare, infrastrutture, giovani". 

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