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Repubblica, "pizzino" a Matteo Renzi: due nomi (Pd) che potrebbero soffiargli la poltrona di premier

Andrea Tempestini
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Dopo l'esito delle Regionali, sfavorevole a Matteo Renzi, la minoranza Pd torna alla carica. Il primo obiettivo è stracciare la riforma della scuola, e l'ex capogruppo Roberto Speranza lo ha detto senza giri di parole. Ma l'obiettivo più importante è quello di cambiare radicalmente la linea del Pd: una sorta di ritorno al passato. I dissidenti, rinfrancati, escludono però la caduta del governo, anche se sarebbe l'escamotage perfetto per cancellare l'Italicum e stoppare l'indigesta riforma del Senato. A parlare è Maurizio Migliavacca, storico braccio destro di Pier Luigi Bersani, che spiega: "Escluderei che Renzi faccia delle correzioni, non è nella sua natura. Ma un ragionamento sul voto - avverte - va fatto, a partire dalla scuola. E se Matteo non ci ascolta prepareremo la sfida dentro al Pd". Ribaltone di governo? - Già, una sfida tutta interna al Nazareno. E che potrebbe portare a un risultato radicale: un ribaltone a Palazzo Chigi. Questo, almeno, è quanto suggerisce il quotidiano debenedettino Repubblica, che dopo gli iniziali entusiasmi si mostra molto più scettico su Renzi. Una sfida che si giocherebbe in tempi non brevissimi: prima, si dovrebbe passare per un "agguato" in aula. Una strada, quella del ribaltone di governo (ma ancora senza passare per le urne), che ha anche due possibili soluzioni. Due nomi. Il primo è quello di Graziano Delrio, inizialmente renziano di ferro, oggi sempre renziano (ma un po' meno, e considerato dalla minoranza dem un "renziano dal volto umano). Vi è poi un secondo "candidato premier", più vicino all'area ex Ds e oggi con un ruolo di spicco nell'esecutivo: il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Un'impresa, quella del ribaltone, che secondo Repubblica "non può essere esclusa dal momento che le barricate della sinistra possono contare sul mattone del brutto risultato elettorale e sulla fine della suggestione di invincibilità del premier". I dettagli del piano - Il "pizzino", a Renzi, è stato consegnato. Il piano, come ovvio, dovrebbe passare per le aule parlamentari, dove i numeri sono in bilico, e dove la minoranza democratica potrebbe assestare il "colpo di grazia". Fari puntati soprattutto su Palazzo Madama, dove basterebbe un manipolo di Senatori per mettere all'angolo il governo. Renzi, insomma, è al bivio con il rapporto con i ribelli, oggi decisamente più forti rispetto alla vigilia del voto Regionale. L'esito dello scontro è ancora tutto da scrivere. Si potrebbe arrivare alla scissione. Potrebbe non cambiare nulla. E ancora, l'Italia potrebbe trovarsi a votare molto prima del previsto. Ma quest'ultima opzione, Sergio Mattarella è stato chiarissimo, non è da considerarsi. Resta dunque sul tavolo, infine, l'idea di un ribaltone a Palazzo Chigi, senza passare, ancora una volta, per le urne. E l'idea, ora, sembra piacere anche a Repubblica.

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