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Alessandra Moretti dopo il flop in Veneto attacca Matteo Renzi: "Ha pesato un mio giudizio sul governo"

Andrea Tempestini
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Sconfitta. Anzi, umiliata. Lei è il volto più "cupo" di questa tornata elettorale per il Pd di Matteo Renzi. Lei è la "renzina" Alessandra Moretti, stracciata in Veneto da Luca Zaia, che l'ha più che doppiata. A lei un record: quello del peggiore risultato di tutti i tempi per la sinistra in Veneto. La disfatta di Ladylike, insomma, che comunque ora promette ai suoi elettori "di continuare a fare politica qui, in Veneto, vigilando per la trasparenza sui soldi pubblici in Regione" (almeno fino alla prossima candidatura: così come è "fuggita" dall'Europa dove era stata eletta, potrebbe "presto fuggire" verso altri lidi). Dunque Ladylike prova a trovare delle giustificazioni alla sua umiliazione: "Direi che è evidente come e quanto sia stata presa di mira dall'opinione pubblica - spiega la regina indiscussa delle gaffe al Corriere della Sera -. Io, quando attacco un avversario, lo faccio sempre sui contenuti: gli attacchi che ho invece subito in queste settimane hanno riguardato soprattutto la sfera personale". Ma non è tutto, perché poi la Moretti individua anche il responsabile della sua sconfitta: Matteo Renzi. Una dichiarazione di guerra, quella della renzina, che si fa sfuggire una sola frase, dal contenuto molto chiaro: "Qualcosa evidentemente non ha funzionato e nei prossimi giorni avremo la lucidità per fare una riflessione complessiva che riguarda sia il partito nazionale, sia la segretaria regionale. Certo su di me ha pesato anche un giudizio sull'operato del governo". Moretti, in buona sostanza, aveva criticato Palazzo Chigi per la candidatura di Vincenzo De Luca. E ora lascia intendere che dopo quella sua presa di posizione, Renzi de facto la avrebbe scaricata. E, insomma, giustifica così la storica umiliazione incassata alle urne.

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