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Riforma del Senato, la proiezione se si votasse oggi: dittatura Pd con 65 seggi

Giulio Bucchi
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Da un lato i sondaggi, preoccupanti. Dall'altro le proiezioni, molto più rassicuranti, sul nuovo Senato che Matteo Renzi pare aver disegnato a proprio uso e consumo. Sarà un caso, ma secondo lo studio realizzato dalla Stampa, se si votasse oggi Palazzo Madama uscito dalla riforma costituzionale del ddl Boschi sarebbe un "monocolore democratico", con una "maggioranza solida, autonoma, schiacciante". Senato monocolore - Secondo la riforma, i senatori sarebbero 95, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci, uno per regione. Al Pd ne andrebbero 55, più altri 5 dei partiti autonomisti (3 del Trentino Alto Adige e 2 della Valle d'Aosta) attualmente alleati con il Pd e, forse, i 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica. Totale: 65 senatori. Al centrodestra, che governa Liguria, Lombardia e Veneto, andrebbero appena 29 seggi, di cui 14 della Lega Nord. Al Movimento 5 Stelle appena 6 senatori. Visto che nell'assegnazione dei consiglieri-senatori si dovrà rispettare la proporzionalità tra gli schieramenti in consiglio, le regioni che eleggono solo due senatori manderanno due rappresentanti della stessa maggioranza, come prevede la legge. Ma occhio alle sorprese, sottolinea la Stampa, perché potrebbero diventare fondamentali le alleanze insospettabili tra le opposizioni. Fatta la Legge, trovato l'inganno - Esempio pratico il Veneto, cui spetterebbero 7 seggi (un sindaco e 6 consiglieri). Ai sostenitori del governatore Luca Zaia andrebbero 4 senatori (oltre al sindaco) e gli altri due al Pd, in opposizione, con tosiani e grillini a secco. "Ma se le opposizioni facessero cartello e puntassero tutti sulla stessa lista di candidati, riuscirebbero ad eleggerne tre, togliendone uno alla maggioranza". Nuovo Senato, vecchi inciuci.

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