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Renzi disposto a dare due presidenze di commissione a Verdini in cambio dell'appoggio sulla legge di stabilità

Giulio Bucchi
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Due presidenze di Commissione al Senato in cambio dell'appoggio sulla legge di stabilità. Il "Nazareno" tra Matteo Renzi e Denis Verdini potrebbe portare i primi benefici al gruppo dei responsabili messo insieme dall'ex forzista. Secondo Il Messaggero, il premier è intenzionato a disinnescare le insidie sulla manovra rappresentate a Palazzo Madama dai maldipancia della sinistra Pd, "quella che contesta sempre, a prescindere". E così per assicurarsi i voti dei verdiniani, si sussurra, sarebbe già pronto un premio. La nomina di Giorgio Tonini alla presidenza della commissione Bilancio, con il voto anche di Barani, potrebbe rappresentare un segnale in questo senso. Chi farebbe posto ai verdiniani? Due presidenti di Commissione forzisti, naturalmente: Altero Matteoli (Lavori pubblici) e Francesco Nitto Palma (Giustizia). La mossa per Renzi sarebbe inoltre meno imbarazzante che imbarcare nella squadra di governo i transfughi berlusconiani. "Operazione lavatrice" e rimpastino - Lo stesso premier, a Otto e mezzo da Lilli Gruber qualche sera fa, aveva avvertito sibillino: "Se escludo che Verdini possa entrare in maggioranza? Ad oggi assolutamente sì. Poi, da qui al 2018 non so cosa accadrà. Verdini però ha compiuto un gesto di coerenza sulle riforme". Un avvertimento ai dissidenti dem in diretta tv. Anche perché in ballo c'è sempre la cosiddetta "operazione lavatrice": sarebbero i centristi di Ncd e Udc a inglobare i responsabili, rendendo meno imbarazzante la loro presenza nella maggioranza per il Pd. Da lì all'eventuale "rimpastino", il passo sarebbe ben più breve.

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