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Il piano di Marino per spaventare Renzi: ecco il corteo con i suoi cloni

Giovanni Ruggiero
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«Sto facendo solo quello che la legge mi consente». Ignazio Marino non si è mai fatto vedere troppo in giro e, da quando ha annunciato le dimissioni, sembra avere ritrovato la voglia di fare il sindaco di Roma. Tanto è vero che sta promuovendo attraverso seguaci del Pd, fan, ma anche professionisti del marketing sul web, manifestazioni di solidarietà e raccolte di firme contro le dimissioni. Non solo. Ieri mattina il primo cittadino è comparso a sorpresa vicino alla Stazione Termini per un sopralluogo ai lavori in corso su via Marsala: «La conclusione dei lavori in anticipo di due mesi dimostra l' efficienza di questa amministrazione comunale», ha sottolineato, rispondendo così a chi gli chiedeva se avesse intenzione di lasciare o no il Campidoglio. Le dimissioni sono state consegnate, ma, come il chirurgo ha detto sin dall' inizio, la legge consente di ritirarle entro venti giorni e, di conseguenza, fino al 2 novembre tutto è possibile. Marino vorrebbe garanzie di potersi ricandidare alle primarie se non un nuovo incarico (forse all' Onu), ma, soprattutto, un «riconoscimento pubblico» da parte del Pd. La resistenza messa in atto dal sindaco, che oggi potrebbe affacciarsi al sit-in indetto dai suoi fan, sta mandando in frantumi il Pd e il centrosinistra. Se il commissario romano del Pd, Matteo Orfini, ha detto che non esistono vie d' uscita diverse dalle dimissioni, c' è chi, come il deputato Marco Miccoli, rilancia l' idea di una giunta di "scopo" di «almeno sei mesi» per il Giubileo. Si tratterebbe, spiega il deputato, di «dare l' onore delle armi a Marino rispetto a una sfiducia sulla faccenda degli scontrini, che è caduta perchè non ci sarebbero ipotesi di reato...». Già, perché dalla Procura sarebbero giunti all' inquilino del Campidoglio segnali incoraggianti sull' esito delle indagini. «Ho sempre dimostrato rispetto sacrale per la magistratura. In questa situazione io ritengo che la politica debba risolvere i problemi della politica all' interno del proprio recinto», ha ribadito ieri il sindaco. Pronta a discutere soluzioni diverse dalle elezioni anticipate sembra Sel. «Siamo in attesa di sapere cosa dirà in consiglio; si è creato un cortocircuito con la città sulla questione degli scontrini, ma se è in grado di dimostrare che si tratta di un complotto dei poteri forti...», ha detto chiaro e tondo Nichi Vendola. Per aumentare la pressione, i sostenitori del sindaco, non si capisce quanto fomentati da lui stesso, hanno organizzato per oggi una nuova manifestazione di solidarietà dopo quella dell' 11 davanti alla sede Pd al Nazareno. «Vogliamo convincere Ignazio a ritirare le dimissioni perchè la cittadinanza è con lui», spiega Angelica Buzzacconi, animatrice della pagina "Marino resisti". Saranno presenti molti firmatari della petizione promossa su internet da Daniele Dezi, che ha superato le 53mila adesioni. I "movimenti" all' ombra del Campidoglio non ammorbidiscono i renziani. «Guardiamo a ciò che abbiamo da fare per preparare la città al Giubileo e alle Amministrative del prossimo anno... », taglia corto Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, che considera inevitabile l' uscita di scena del sindaco. «Ha ritenuto di presentare le dimissioni; stiamo a quei fatti», sottolinea. Un renziano doc come Michele Anzaldi va ben oltre e lancia accuse pesanti che potrebbero avere un rilievo penale. Parla della possibile «illegittimità della nomina del nuovo ad di Musica per Roma, effettuata dal sindaco invece che dal Cda», che sarebbe a suo dire «un grave danno per la città». Paolo Emilio Russo

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