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Sinistra italiana, il sondaggista Amadori: "Ruberà voti a Renzi e Grillo, oggi vale il 5% ma può arrivare al 15%"

Giulio Bucchi
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Quanto vale Sinistra italiana, la "cosa rossa" fondata dagli ex Pd Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre? Poco, forse, a giudicare dai volti coinvolti e dagli spazi assai esigui concessi da Matteo Renzi e Beppe Grillo nel "mercato" degli elettori di centrosinistra. Fino a oggi, infatti, chi a sinistra è governista vota il Pd e chi è anti-Renzi vota M5S. Eppure, secondo il sondaggista Alessandro Amadori, intervistato da Affaritaliani.it, i margini di crescita ci sono e potrebbero preoccupare non poco sia il premier sia il guru dei 5 Stelle.  "Oggi, appena nata, Sinistra Italiana vale il 5% ma ben presto potrebbe portarsi abbastanza rapidamente fino al 10%, ovvero la dimensione che aveva l'area della sinistra arcobaleno prima della lunga fase di decostruzone del brand", spiega Amadori ad Alberto Maggi. "Considerando lo scenario politico-economico e la crescente incertezza dei cittadini italiani il nuovo soggetto della sinistra potrebbe arrivare intorno al 15%, diciamo tra un anno e mezzo ovvero all'inizio del 2017. Tutto dipende dalla capacità che avranno di consolidare il marchio e dall'immagine del leader". In mezzo, ovviamente, ci sono alcuni test elettorali decisivi: le amministrative, con Fassina che potrebbe diventare il candidato sindaco a Roma per Sinistra italiana, sempre che non vada in porto quell'alleanza auspicata dal capogruppo dem Ettore Rosatoo. Alleanza da fantapolitica, stando alle parole di Fassina e D'Attorre) 

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