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Mostra la "testa" del padre della Boschi: la sparata di Renzi da Bruno Vespa

Andrea Tempestini
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Nel salottino di Porta a Porta, Matteo Renzi non può schivare le domande sul crac banche e, soprattutto, quelle su Maria Elena Boschi, il ministro delle Riforme nel mirino. Il premier promette: "Chi ha truffato dovrà pagare e chi è stato truffato sarà risarcito". Altra promessa da premier, dunque, alla quale si può credere solo sforzandosi assai. Poi l'inquilino di Palazzo Chigi rivendica i risultati raggiunti nell'affrontare l'emergenza: "Sono contento di avere firmato quel decreto, abbiamo salvato un milione di correntisti e 7.200 stipendi non pagati". Il padre della Boschi - Successivamente, nel duello con Bruno Vespa, si entra nel merito del caso di Banca Etruria, e Renzi spiega: "Non c'è nessun conflitto di interessi". Al centro dell'attenzione c'è il padre della Boschi, ex vicepresidente dell'istituto, e il premier cerca di parare le accuse spiegando "che il padre del ministro Boschi è stato destituito da questo governo". Insomma, "il padre della Boschi lo ho mandato a casa io", questo il succo. Eppure, la spiegazione non basta, non può bastare. "Noi abbiamo mandato a casa l'intero cda in cui c'era il padre di Boschi - ha rimarcato -; il cda è stato sanzionato e il padre di Boschi ha pagato una sanzione. La legge è uguale per tutti, è finito il tempo delle leggi ad personam". Battaglia in Parlamento - Dunque una battuta anche sulla mozione di sfiducia presentata dal centrodestra. Dopo aver premesso che a suo parere la "strumentalizzazione politica (contro la Boschi, ndr) fa davvero tristezza", ha chiosato: "Io credo che la mozione sarà un autogol per loro, ma non lo dico perché devo difendere un membro del governo". Dunque attacca Renato Brunetta, affermando che "non ne ha azzeccata una". Sul futuro del governo, si mostra tranchant: "Io non sono fatto per vivacchiare, o si fanno le cose o vado a casa".

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