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"Chaouki è uno sfigato traditore": il mondo musulmano contro il deputato Pd

Lucia Esposito
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Niente. Se provi a dire che «la violenza è la malattia dell' islam» sarai sommerso da un fiume di critiche e insulti. Come è successo a Khalid Chaouki, deputato del Pd di origini marocchine, classe 1983, fondatore dell' associazione Giovani musulmani d' Italia (di cui oggi non fa più parte) e membro della Consulta per l' Islam italiano al ministero dell' Interno. Già, perché in un' intervista uscita lunedì su Libero, Chaouki era stato chiaro come il sole: «L' integrazione è fallita, il buonismo di una certa sinistra fa il nostro male e ai mussulmani servirebbe un Papa come Francesco». Apriti cielo: è scoppiato il finimondo. Le varie associazioni maomettane in Italia non l' hanno presa bene. Parassita-venduto-traditore, le offese sui social network quasi non si contano più. A dare il là al coro di disapprovazione è stato Davide Piccardo, coordinatore del Caim di Milano e Brianza: «Chiunque pensi che Chaouki possa essere un interlocutore politico per la comunità si sbaglia di grosso, preferisco parlare con Salvini», ha tuonato dalla sua pagina Facebook lunedì sera. Seguono, manco a dirlo, una valanga di «like». «La rappresentazione che emerge dalle parole di Chaouki è quella di una ummah (la "comunità di fedeli", ndr) islamica rancorosa, retrograda e violenta». Come a dire: l' ultima frontiera nel #notinmyname è smentire le interviste altrui, specie se degli esponenti dem musulmani. Quindi ecco il punto: «La storia dell' islam viene ridotta ancora a una storia di sangue, vengono inventati versetti del Corano inesistenti e il Corano stesso diviene "un' opera letteraria", viene enfatizzata la paura e si lanciano accuse pesantissime contro la principale organizzazione giovanile islamica nazionale. In un momento in cui avremmo bisogno di promuovere la conoscenza del vero messaggio dell' Islam, Chaouki asseconda i peggiori pregiudizi». E dire che il diretto interessato ci ha pure provato a ribattere. Sottolineando le frasi estrapolate dalla sua intervista e riproposte da Piccardo per i suoi amici virtuali ha scritto: «Caro Davide, già la scelta di mettere le risposte decontestualizzate senza le domande racconta del tuo pregiudizio in partenza. Io parlo di infima minoranza deviata, del Gmi del 2005, della necessita di rilanciare un dibattito tra mussulmani che dura da secoli e che scandalizza solo chi non ha studiato o chi non vuole vedere la gravità del nostro mondo. Le mie battaglie sono coerenti e note da anni. Poi nessuno è perfetto, per carità: ma impariamo a dialogare rispettandoci, come dovrebbe insegnarci l' islam». Peggio che andar di notte, il popolo di Internet non perdona. Per un utente Chaouki sarebbe «un cretino, e mi vergogno pure di avere la sua stessa cittadinanza»; per un altro «i parassiti come lui sono la malattia dell' umanità: se non fosse per i mussulmani che hanno corso per fargli prendere qualche voto adesso era al semaforo a vendere fiori. Sfigato opportunista parassitario»; per un terzo: «è un kebabbaro e un beduino». Ancora: Yassin è lapidario («Che Dio ci salvi da questo cancro»), Ajougium scrive che «stiamo vivendo il massimo del delirio», Fatima chiosa con un laconico «che Allah lo perdoni». E ci sono pure minacce, della serie «ma vai a morire ammazzato, zecca». Vedi alla voce «islam moderato». Come se non bastasse Luca Bauccio, avvocato vicino agli ambienti musulmani dello Stivale, non le ha mandate a dire: «La malattia di Chaouki è l' opportunismo: capace di tutto e buono a nulla». Mentre i Giovani mussulmani d' Italia, tramite comunicato stampa, hanno fatto sapere di essere «sconcertati e indignati per le esternazioni del parlamentare» e di non essere «disposti a subire false accuse soprattutto da un rappresentate dello Stato». Leggi: lui ha detto che i Gmi «subivano inquietanti influenze da parte dell' estremismo», loro non l' hanno digerita. Già. Claudia Osmetti

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