Maria Elena Boschi, sfiducia respinta alla Camera: "Niente favoritismi, sono orgogliosa di mio padre, ha umili origini"
"Se mio padre ha sbagliato deve pagare, ma se ha sbagliato non può essere giudicato da un tribunale dei talk show". Inizia così l'autodifesa del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a Montecitorio, dove il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia (respinta con 373 no) nei suoi confronti per il caso del crac della Banca Etruria, di cui suo padre Pierluigi Boschi è stato vicepresidente. "Non è mia intenzione esprimere valutazioni della campagna in atto contro di me e della mia famiglia", continua la Boschi, che però preferisce iniziare toccando i tasti dell'emotività con aneddoti da libro cuore. Il padre è dipinto come uomo "umile e onesto", che ha "fatto sacrifici" per far studiare i figli. "Mio padre è di origine contadina e ogni giorno si faceva 5 chilometri a piedi per andare a scuola. Questa è la storia semplice e umile di mia famiglia, non le maldicenze uscite in questi giorni. Lasciate dire con il cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene e sono fiera di lui. E sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata". "Nessun favoritismo" - Quando si entra nel merito delle accuse, la Boschi alza i toni: "I provvedimenti del governo hanno pur indirettamente favorito la mia famiglia? È questa la domanda. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni. E dire che Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi non corrisponde alla realtà dei fatti". "Nessun favoritismo, nessun conflitto d'interessi - ribadisce -. Nessuno della mia famiglia ha acquistato o venduto azioni di Banca Etruria dopo il decreto del governo, gli ultimi movimenti risalgono al luglio 2013, senza plusvalenze ma con minusvalenze". "Invidie contro di me" - Uno dei passaggi-chiave per comprendere quanto l'autodifesa della Boschi faccia acqua, però, è forse un altro: "Fare il ministro a 34 anni può attirare invidie e maldicenze, non mi fanno paura perché sento l'amicizia e l'affetto di colleghi e amici. Sfido chi presenta la mozione di sfiducia. Non vi consento di mettere in discussione la mia onestà, non ve lo consento io e non ve lo consente la realtà dei fatti che è molto più forte del pressapochismo e della demagogia". Altro che sfiducia: fiducia sulla fiducia.