Sfiducia al Senato, i tre buchi neri nel discorso di Matteo Renzi
Il copione recitato da Matteo Renzi al Senato durante la discussione al voto di sfiducia contro il governo presentata da Forza Italia e Lega nord per lo scandalo Etruria ha lasciato scoperti tre argomenti importanti sulla vicenda che ha messo il ministro Maria Elena Boschi al centro delle ultime polemiche sul conflitto di interessi. Renzi ha per esempio evitato di fare cenno ai legami tra i vecchi vertici dell'istituto aretino, tra i quali Pier Luigi Boschi, ed esponenti della massoneria come Flavio Carboni. Il premier poi non ha speso neanche una parola nei confronti delle migliaia di correntisti truffati, soprattutto anziani, dalle banche commissariate dal suo governo con le obbligazioni subordinate. Se quelle persone rivedranno almeno in parte i risparmi di una vita persi al momento resta un mistero, almeno stando alla posizione del governo oggi al Senato. E poi ultimo argomento evitato da Renzi, ma non meno importante, è stato quel dettaglio contenuto nel decret 180/181, il famoso Salva-Banche, che di fatto costituisce uno scudo legale per gli ex amministratori e l'impossibilità, per azionisti e obbligazionisti truffati, di rifarsi nei loro confronti. Renzi ha cercato di dimostrare la trasparenza del governo con l'azione di Bankitalia nei confronti del padre del ministro Boschi, non certo un'azione voluta dal suo governo e della quale nulla c'entra l'azione dell'esecutivo. Lo scudo però resta, così come il silenzio del premier.