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Coppie gay, furia Lega: "Valete come un peto". E nel Pd è rissa: "Avete rotto il c...."

Giovanni Ruggiero
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Manca una manciata di minuti all'inizio della seduta cruciale al Senato sul Ddl Cirinnà e la tensione tra i gruppi parlamentari ha raggiunto un nuovo picco di tensione. La riunione tra i delegati di Pd, Lega Nord, Forza Italia e Ap non è servita a trovare l'intesa per sfoltire i 4500 emendamenti dell'opposizione. Così gli emissari del Pd si sono dovuti rimangiare la parola data nei giorni scorsi i Dem, a cominciare dal capogruppo al Senato Zanda, immediatamente ricoperto di insulti dai leghisti: "Scrivetelo pure - ha detto il presidente dei senatori leghisti, Gian Marco Centinaio - per me la parola del Pd vale quanto un peto. Si sono rimangiati la parola e per me che lavoro nel commerciale questo è inaccettabile. Se do la mano a uno il patto lo mantengo. Loro invcece mi hanno stretto la mano in due: Zanda e Marcucci e la parola se la sono rimangiata". Mal di pancia - Se il clima fuori dalla maggioranza è brutto, all'interno è pessimo. I cattolici del partito di Renzi non sembrano intenzionati a fare un passo indietro e insistono nel proporre uno spacchettamento del canguro: "Noi vorremmo che ci fosse un accordo perché si vada alla votazione per parti separate del canguro Marcucci - ha detto la senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi - Noi siamo contro al fatto che una legge non discussa in commissione non sia discussa anche in Aula". Oltre ai canguri, saltano però anche i nervi dei dem, come quelli dell'europarlamentare Daniele Viotti che su Twitter ha sbottato: "La dico semplice, ma non mi vengono altre parole: i senatori Di Giorgi, Lepri e i cattodem hanno rotto il cazzo". Certo le sue parole potevano essere fraintese, così ha chiarito: "Sono sbottato perché il dibattito riguarda la vita mia e di tanti altri. Nessuna posizione politica o attacco contro i cattolici". E il dibattito in aula deve ancora cominciare.

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