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D'Alema non molla, il piano per far fuori Renzi: "Un missile a due stadi"

Giulio Bucchi
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Un missile a due stadi contro Matteo Renzi: a lanciarlo è Massimo D'Alema e la testata nucleare risponde (o almeno, dovrebbe) al nome di Ignazio Marino. È il "marziano" ex sindaco di Roma, secondo il retroscena di Francesco Bei sulla Stampa, la nuova carta che Baffino vuole usare per inguaiare prima e affondare definitivamente poi il premier.  Marino ci riprova? - Dopo il no ricevuto da Massimo Bray, D'Alema nella Capitale spingerebbe per la candidatura di Marino, uscito ignominiosamente qualche mese dal Campidoglio per ordine di Renzi ma pronto a vendicarsi con gli interessi. Lo show andato in scena mercoledì, alla presentazione del suo libro-memoriale, è tutto un programma. Accuse devastanti al Pd ("Se avessi seguito tutti i loro consigli oggi sarei in isolamento") e al presidente del Consiglio nonché segretario del partito. Un passaggio non è sfuggito: "Del governo Renzi io penso tutto il male possibile - ha dichiarato Marino - perché quelli che come me hanno votato nel 2013 volevano un governo di centrosinistra. Non volevano cacciare Veltroni o D'Alema per avere Verdini". Già, proprio quel D'Alema che nel 2009 umiliò pubblicamente il chirurgo prestato alla politica: "Marino è un mio collaboratore che si è preso la libertà di candidarsi alla segreteria del Pd (contro Bersani e Franceschini, ndr), naturalmente io l'ho sconsigliato perché non mi pare abbia la preparazione professionale per affrontare questa sfida". La sfida al congresso Pd - Impreparato allora, improponibile fino a qualche settimana fa. Ma ora cambia tutto. Secondo La Stampa, infatti, D'Alema vorrebbe far correre Marino contro Roberto Giachetti per far perdere voti al Pd a trazione renziana. Tastato il polso dell'elettorato di sinistra, si aprirebbe poi la guerra vera dentro il partito. Obiettivo: il prossimo congresso democratico, dove l'ex sindaco dovrebbe candidarsi come "campione della minoranza". D'Alema e Marino ne avrebbero già parlato, prima di Pasqua, perché da tempo l'ex premier considera debole la candidatura a segretario di Roberto Speranza, mentre Bersani ha già detto no alle ipotesi di un suo nuovo impegno al Nazareno. L'altro nome caldo caldo è quello di Michele Emiliano, governatore pugliese fortissimo nella sua regione (la stessa di D'Alema), No Triv convinto e sufficientemente anti-renziano.

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