Manovre pesanti

Ecco come Monti "frega" Renzi al Pd,al sindaco le chiavi di Scelta Civica

Ignazio Stagno

Matteo Renzi ha lasciato ieri la direzione del Pd dopo aver ascoltato il segretario Pier Luigi Bersani. La sua uscita di scena da quella dierzione alimenta sospetti e suggestioni. Una su tutte: un filo rosso che unisce Mario Monti e il giovane sindaco di Firenze. Il punto è semplice. Renzi ha incontrato in settimana Mario Monti. I due dicono di aver parlato solo di Firenze. Non ci crede nessuno. I due hanno parlato di politica. Con un Pd allo sbando e con un Renzi sempre più dissidente, il Prof ha fiutato l'occasione. Monti ha bisogno di ricostruire su di sè un' immagine istituzionale. La politica lo ha logorato. Tanto. Ora deve tornare il Prof austero di sempre ma ha bisogno di un timoniere politico per il suo movimento, Scelta Civica, che possa dare una spinta al nuovo centro. Chi meglio di Matteo Renzi? Incontro decisivo - A quanto pare l'incontro tra il premier e il rottamatore è stato organizzato da Diego Della Valle e da Luca Di Montezemolo. L'obiettivo è quello di dare a Renzi le chiavi dei moderati di Monti e di preparare un lento ma inesorabile trasferimento di Matteo sul terreno che più gli appartiene. Monti ha anche detto tra le righe che un Renzi premier non è poi una cattiva idea. Intanto i due hanno giocato di strategia. Renzi va da Monti, dopo va alla direzione nazionale del Pd e l'abbandona a seduta ancora aperta. Il Prof nello stesso giorno parla del suo movimento alla stampa e prepara il consolidamento politico di Scelta Civica. Sono solo coincidenze. Ma quell'incontro tra il premier e il sindaco svela un retroscena: Renzi non sarà mai leader del Pd. L'offerta del Prof diventa l'occasione perchè Matteo possa fare finalmente il "capo" senza se e senza ma. Soprattutto senza primarie.