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Il piano B di Napolitano:bocciare i "mostri" di Bersaniper un governo "del presidente"

Matteo Legnani
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La resa dei conti inizia domani. Dopo il risultato elettorale che ha consegnato al Paese tre minoranze che tra loro comunicano poco e male e dopo l'elezione con polemiche dei due presidenti delle camere, mercoledì il presidente Giorgio Napolitano avvierà al Quirinale le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Al Colle salirà per primo Pier Luigi Bersani. Al quale, con ogni probabilità, il capo dello Stato affiderà un incarico solo esplorativo, non convinto dei numeri che il segretario Pd sarà in grado di contare a suo favore. Bersani, nelle scorse ore, ha lasciato trapelare alcuni dei nomi dei possibili ministri del suo esecutivo, con l'intento di convincere proprio napolitano del peso della sua proposta. Nomi lontani dai partiti, fatti anche per cercare di replicare quanto avvenuto al Senato in occasione dell'elezione di Pietro Grasso: avere i voti di una parte della pattuglia di parlamentari 5 stelle. Tra questi ci sono i vari Rodotà, Settis, Saviano, De Rita. A destra c'è chi li ha definiti "i mostri" di Bersani. Che potrebbero non bastare a convincere napolitano. Il quale starebbe già pensando all'ipotesi alternativa, quella di un "governo del presidente": l'incarico affidato a un uomo o a una donna che vada a cercarsi i numeri in Parlamento invocando la responsabilità di tutti e che, proprio per la sua stessa genesi fuori dalle segreterie dei partiti, non consenta a nessuno di gridare all'inciucio. . Un governo "speciale" che traghetti il Paese il meno traumaticamente possibile verso nuove elezioni. 

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