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Il "no" a Bersani costa caro a Grillo:nei sondaggi perde il 6% in 10 giornie Renzi ormai ha "doppiato" Bersani

Beppe Grillo

Le mosse e le strategie a Cinque Stelle non hanno convinto gli elettori. Per Swg la fiducia nel leader del M5S è in calo costante. Il rottamatore invece vola al 54 per cento

Ignazio Stagno
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di Ignazio Stagno Bocce ferme. Ci sono i saggi. Ma gli italiani comunque vogliono un premier e guardano con attenzione e con delusione le mosse dei leader che hanno votato. Un sondaggio Swg tarato proprio sui leader che potrebbero prendere la poltrona di premier. Il sondaggio ha misurato la "fiducia" degli italiani in Bersani, Grillo, Berlusconi e Renzi. Ebbene guardando i numeri a uscirne davvero male è il "caro leader" Beppe che nel giro di dieci giorni ha perso ben 6 punti percentuali. Grillo ora è al 29 per cento e prima del "no" ad ogni costo per Bersani o per un governo "pseudo-tecnico", era al 36 per cento.  "In una decina di giorni ha bruciato 6 punti in termini di fiducia personale. Questo non significa che il M5S abbiano perso voti, stanno sempre lì. Significa che il suo potenziale di richiamo si è molto indebolito. Una volta ci volevano anni. Ora vale solo l'assoluto presente", afferma Roberto Weber, sondaggista presidente dell'Swg, intervistato da Quotidiano.Net. Boom Renzi - Poi c'è il capitolo Bersani. Uscito praticamente con le ossa rotte dal pre-incarico e dalle estenuanti consultazioni al Quirinale, il leader democratico conserva uno zoccolo duro che ammonta al 32 per cento. Ma deve fare i conti con il boom del suo nemico di sempre, Matteo Renzi. Il giovane rampollo di casa Pd ha il 54 per cento degli italiani dalla sua parte. Un risultato che in via del Nazareno dovrebbe far riflettere, visto che i farisei si stanno muovendo per farlo fuori proponendo altri nomi improbabili per la premiership come quello di Crocetta. "Il risultato è figlio del fatto che non abbiamo visto agire questo uomo. Sappiamo che è il sindaco di Firenze, che ha fatto delle primarie strepitose, ma non sappiamo se è la persona che è in grado di tirar fuori il Paese dai guai in cui si trova. Il 54% è una percentuale altissima", commenta Weber. Il leader del Pdl Silvio Berlusconi invece tiene al 24 per cento.  Conta il leader no il partito - Secondo Weber il sondaggio sul leader e sulla fiducia che hanno in lui gli italiani è più attendibile di quello che normalmente si fa con le rilevazioni d'opinione sui partiti. "La fiducia nei partiti è scesa intorno al 4 per cento. Significa che tutto il tessuto di affidamento sta andando a pezzi. Le idee di forma partito è morta, c'è solo la tribù. Al contrario di quello che aveva pensato Bersani, regge solo la persona. Ora hai i voti solo se hai il leader". Riusciranno mai a capirlo in casa democratica? Bersani diceva sempre: "Mai il mio nome nel simbolo, il partito prima di tutto". E intanto gli italiani gli dicono: Renzi prima di tutto.   

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