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Imu, slitta l'abolizione della tassa

Lucia Esposito
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Né cancellata, né sospesa, forse rinviata. Tradotto: un flop, una presa in giro. L'Imu viene se tutto va bene rinvita a settembre. In pratica invece di pagarla a giugno, la verseremo tre mesi più tardi, Per quanto riguarda la cassa integrazione i fondi verranno recuperati dalle risorse già stanziate nell'ambito delle politiche del lavoro.  Il consiglio dei ministri di giovedì nove maggio non ha portato ad alcun risultato, se non la decisione di rinviare l'approvazione del decreto nei prossim giorni. Ufficialmente per definire le modalità tecniche e garantire che i Comuni non si trovino in deficit di cassa".  Immediato l'intervento di Silvio Berlusconi che all'abolizione dell'Imu ha legato la fiducia del centrodestra al governo Letta: "E' una bella vittoria ma non basta", ha detto al Tg5. "C'è l'impegno politico a sospendere la rata di giugno e ridefinire la materia riguardante la tassazione sulle proprietà immobiliari entro 100 giorni dalla data di scadenza della prima rata", ha precisato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni.  Problemi tecnici - Lo slittamento dell'approvazione delle misure annunciate dunque  sarebbe da attribuire esclusivamente a problemi tecnici di copertura o  di ragioneria che hanno indotto il governo a rinviare di qualche  giorno. Nessun dissidio di natura politica, ma solo un supplemento di  istruttorià contabile. In realtà è chiaro che qualcosa non ha funzionato. Pare che durante il prevertice il Pdl abbia espresso delle perplessità intendendo estendere la sospensione dell'Imu anche ai capannoni industriali. In realtà serve il via libera dell'Europa per liberare le risorse necessarie alle coperture delle misure annunciate, ma l'Europa vuole valutare le coperture prima di dare il via libera. La sospensione della prima rata dell'Imu vale due miliardi, trasformandola in un rinvio viene meno il bisogno di una copertura contabile. I mancati incassi verrebbero coperti con anticipi di Tesoreria e della Cassa dei depositi. Il timore è che alla fine pagheremo ugualmente una tassa sulla casa anche se non si chiamerà più Imu. Lo ha anticipato Libero nei giorni scorsi, e la conferma arriva dalle parole del ministro Saccomanni: "Qualche forma di tassazione sulla proprietà immobiliare dovrà rimanere. In alcuni paesi è strutturata in maniera diversa da come è fatta in Italia e ci muoveremo in questa direzione"   Fregatura in arrivo - L'ipotesi di cui Libero ha dato conto è che venga rivisto tutto  il sistema della tassazione sulla casa e sui servizi sostituendola con una imposta nuova di zecca: la service tax alla francese. La nuova tassa incorporerebbe infatti anche la Tares e non sarebbe più destinata ai soli proprietari di casa, ma a tutti coloro che detengono o occupano a qualsiasi titolo un immobile o una superficie operativa. L'Ics (Imposta case e servizi) a cui sta lavorando Saccomani, infatti, si porterebbe in dote anche il miliardo aggiuntivo previsto dalla Tares più il gettito attuale di Tarsu e Tia. Complessivamente si tratta di 8 miliardi, che si andranno ad aggiungere ai 4 dell'Imu. Poi, come è successo per quest'ultima, può capitare che il gettito reale (23,7 miliardi) risulti più alto di quello stimato dal governo (21 miliardi). 

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