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Delirio della Bindi: "Sosteniamo il governo Letta, ma non ci identifichiamo con esso"

Rosy Bindi

L'ormai ex-presidente del partito attacca poi Alfano: "Grave che partecipi alla manifestazione". E a Brunetta: "Non accetto sua retorica su pacificazione"

Sebastiano Solano
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  Prima di parlare Rosy Bindi dovrebbe mettersi d'accordo con Rosy Bindi. Non è un gioco parole. E' che l'ormai ex-presidente del Pd è risucita, nello stesso giorno, ad affermare una cosa e il suo contrario. Il tutto nel giro di pochi minuti. Intervenendo all'Assemblea del Pd ha dichiarato: "Io posso fare lo sforzo di sostenere il governo Letta ma noi siamo alternativi e dobbiamo continuare a praticare la nostra alternatività" o va a finire che "il centrodestra non solo prende i ministri, ma ci prende anche i nostri voti".  Attacco ad Alfano - In altre parole, la geniale idea della Bindi è quella di stare insieme al Pdl al governo, per poi alzare le barricate al primo provvedimento messo in atto dallo stesso governo. Come ci riuscirà non è dato saperlo. L'apice, però, Rosy l'equilibrista lo raggiunge quando attacca il Pdl sulla manifestazione di oggi. Motivo? La partecipazione di Angelino Alfano, ministro dell'Interno del governo Letta. Dichiara la Bindi: "Berlusconi ha annunciato un discorso pacato a Brescia, ma possiamo dire pacatamente che è molto grave che il vicepresidente del Consiglio abbia annunciato la sua partecipazione alla manifestazione". Il suo ragionamento è il seguente: un ministro di un governo di larghe intese, com'è quello tra Pd e Pdl, non può partecipare ad una manifestazione di partito. Peccato che la stessa cosa, proprio oggi e proprio all'Assemblea Nazionale, la farà il premier Enrico Letta. Con il Pdl, ma contro - Il paradosso è però un altro. Secondo la Bindi, infatti, un ministro del governo non può partecipare ad una manifestazione del proprio partito poichè altrimenti metterebbe in imbarazzo il governo, mentre il fatto che lei attacchi il governo ad ogni piè sospinto su tutti i giornali è normale, non crea nessuna difficoltà all'esecutivo. Un delirio, insomma, che la Bindi ripete più volte nel suo intervento. Dal pulpito dell'Assemblea, per fare un altro esempio, prima attacca Renato Brunettta e Silvio Berlusconi: "Posso fare lo sforzo di sostenere il governo Letta, ma non mi si può imporre di accettare la retorica della pacificazione imposta da Brunetta e da Berlusconi". La reazione di Brunetta non si fa attendere e, a stretto giro, replica a muso duro: "Troppa grazia santa Bindi! Farmi inventore della retorica laica della pacificazione è un merito che non sapevo di avere. Pensavo che la volontà di pacificazione e di riconoscimento reciproco, appartenesse alla cultura nazionale. Comunque meglio essere laici pacificatori che cattocomunisti fomentatori di demonizzazione". Infine, coerente con il suo delirio, la Bindi annuncia già la fronda al segretario in pectore Guglielmo Epifani: "Chiederò a Epifani anche di sostenere il governo ma senza identificare il Pd con il governo".  

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