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Finanziamenti ai partiti, Letta avverte:"Basta soldi"

Enrico Letta

Lucia Esposito
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  Enrico Letta non si smuove di un passo. L'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti resta “un pilastro dell'azione di governo”. E avverte le forze politiche: “Manterrò gli impeEnrico Letta non si smuove di un passo. L'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti resta “un pilastro dell'azione di governo”. E avverte le forze politiche: “Manterrò gli impegni assunti davanti alla Camera e al Senato. Non possiamo arrivare alla fine dell'anno senza aver abrogato i rimborsi ai partiti. E se dopo l'estate il Parlamento non avrà approvato un disegno di legge per sbloccare l'impasse il governo farà un decreto”. Insomma Letta mette un freno ai tentativi dei partiti di tenersi “il malloppo”. I tecnici del Pd stanno lavorando a un progetto che farebbe di fatto rientrare dalla finestra quello che dovrebbe uscire dalla porta: il finanziamento “a progetto”, che si ispira al modello canadese e prevede l'abolizione del due per mille e l'istituzione di un fondo per progetti specifici.  Il freno Sposetti - Ma il tema è delicatissimo. In un'intervista a Repubblica il senatore del Pd, tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti attacca Letta accusandolo di voler abolire i partiti. Dice: “Letta non vuole abolire il finanziamento pubblico, vuole abolire i partiti. E quando non avremo più partiti non ci sarà più la democrazia rappresentativa. Il disegno di legge presentato dal governo deve finire su un binario morto. Abbiamo approvato una nuova norma sul finanziamento, dimezzandolo e portandolo a 91 milioni appena un anno fa. Ce la teniamo altri cinque anni, alla fine tracciamo un bilancio”. Sposetti definisce “antipolitico” l'atteggiamento del governo e va oltre: “Considero questo un governo demagogico e populista che cavalca l'animale degli istinti più bassi. Il punto qui non sono i soldi. E' la democrazia. Io non ho dubbi: la democrazia si regge sui partiti che debbono essere soggetti vitali e hanno bisogno di risorse pubbliche. Solo così non saranno condizionati dalle lobby. La democrazia è una cosa di tutti”.    

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