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Berlusconi, la possibilità della grazia di Napolitano

Il Presidente della Repubblica preoccupato per l'eventuale sentenza di condanna il 30 luglio. La proposta del direttore di Libero: graziare il Cav

Lucia Esposito
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Il clima politico è surriscaldato. Dopo che la Corte di cassazione ha fissato al 30 di luglio l'udienza sul caso dei diritti tv Mediaset in cui il Cavaliere è stato condannato a quattro anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici, le larghe intese diventano sempre più traballanti. Sotto accusa l'insolita rapidità con cui è stata fissata l'udienza in vista della possibile prescrizione di una delle due frodi fiscali per Berlusconi è stato condannato. Con il Pdl che è salito sulle barricate, pronto a difendere il Cav da quello che considera un accanimento giudiziario, il Pd che si è ritrovato ancora una volta spaccato, diviso tra chi in nome della stabilità di governo ha votato a favore della sospensione dei lavori del Parlamento per  mezza giornata e i duri e puri quelli che "non possiamo dare una mano al Cavaliere". Il primo presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce sostiene che non vi è alcuna urgenza di processare Silvio Berlusconi, che fissando a tempi record l'udienza non è stata fatta alcuna eccezione, ma si è solo rispettata la prassi secondo cui nei casi in cui è imminente la prescrizione si affretta il giudizio.   Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it Secondo voi il Colle, in caso di condanna, deve graziare il Cav?   Reazione del Colle - Ma l'eventuale sentenza di condanna preoccupa il presidente Giorgio Napolitano tanto che, secondo indiscrezioni, avrebbe pensato in un primo momento anche alle dimissioni considerato l'effetto deflagrante che la condanna avrebbe sul governo. Un'ipotesi poi accantonata a favore di un'eventuale soluzione alla Sallusti: la grazia. Se la condanna per i diritti tv determinasse la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore in virtù dell'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, Napolitano potrebbe fare la mossa a sorpresa: graziare il Cavaliere e consentirgli di rimanere in Parlamento, blindando, come conseguenza diretta, il governo Letta. Sarebbe un modo per il presidente di affermare la primazia della politica sugli altri poteri dello Stato, in particolare la magistratura. Un po' come quando Togliatti grazie i fascisti.  E su Libero in edicola oggi, giovedì 11 luglio, il direttore Maurizio Belpietro lancia un appello a Napoliano affinché, in caso di sentenza di condanna, intervenga con la grazia.Scrive. "Se il Cavaliere venisse condannato con una sentenza che è una decisione politica, toccherebbe al capo dello Stato ripristinare l'equilibrio ed evitare che un terzo degli italiani venga privato della rappresentanza politica. Berlusconi decadrebbe ugualmente in Parlamento, ma potrebbe continuare a fare politica e potrebbe girare il Paese.". Belpietro fa notare che non si tratterebbe di una vittoria ma di un ripiego. Ma osserva, di questi tempi meglio un ripiego di una sconfitta. 

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