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Finanziamento ai partiti, il taglio è un bluff, il risparmio sarà solo di 5 milioni all'anno

La Camera

Per ora i partiti ci costano 91 milioni di euro, ma dal 2017 ci costeranno 72 milioni di euro. Grazie ad agevolazioni fiscali per i donatori e a canoni di favore per gli affitti, lo Stato con la politica andrà in perdita

Ignazio Stagno
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Il decreto sul taglio del finanziamento pubblico ai partiti viaggia in parlamento. I tesorieri di Pd e Pdl sono sul piede di guerra. Ma Letta non molla: "Il decreto va avanti, non mi fermo". Secondo palazzo Chigi quello varato è' un provvedimento che assicura un grande risparmio per le casse dello Stato e che lascia la facoltà ai privati di donare contributi ai partiti. Queste le premesse del ddl. Risparmio inesistente - Ma leggendo tra le righe del testo e analizzando bene i conti, le cose stanno in maniera diversa. Il risparmio annunciato è di 91 milioni. Ma quello reale sarà solo di 19 milioni e solo dal 2017. Infatti il tanto discusso "2 per mille" e le agevolazioni per chi dona soldi ai partiti costerà allo Stato ben 55 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 11,9 milioni che stimano le detrazioni fiscali per i donatori. Ma non finisce qui. Ci sono altri 5 milioni che lo Stato dovrà sborsare per i partiti. Questa cifra ammonta al denaro che il Tesoro dovrà sborsare per garantire ai partiti il sostegno per l'attività politica e soprattutto per gli spot in tv. Il conto è presto fatto. Se prima mantenere i partiti col finanziamento pubblico costava 91 milioni, presto ci costerà "solo" 72 milioni di euro. Da ora fino al 2017 (anno in cui il finanziamento sarà abolito definitivamente) il risparmio annuale sarà di soli 5 milioni di euro. Agenzia immobiliare - Inoltre il decreto prevede anche una sede di diritto per ogni partito. Chi non ce l'ha può farne richiesta e lo Stato si impegnerà a trovarla. E' lo stesso ddl a promettere una sorta di agenzia immobiliare a disposizione dei partiti: "Qualora i partiti - è scritto nel ddl - non dispongano di un proprio patrimonio immobiliare, l'Agenzia del demanio verifica tempestivamente la disponibilità, possibilmente nei capoluoghi di provincia, di adeguati locali di proprietà dello Stato, di enti territoriali ovvero di altre amministrazioni pubbliche, adibiti ad uso diverso da quello abitativo". Ovviamente a pagare l'affitto ci penseranno i partiti. Ma a un canone agevolato. Così tecnicamente lo Stato tra sconti e agevolazioni va in perdita. Insomma a quanto pare il finanziamento pubblico verrà abolito, ma il risparmio sarà irrisorio. E gli optional per i partiti aumenteranno ancora. (I.S.)

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