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Berlusconi, depositato in giunta il ricorso a Strasburgo contro la legge Severino

Giulio Bucchi
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Partita la missione di salvataggio di Silvio Berlusconi: alle 12.30 è stato depositato presso la Giunta per le elezioni e immunità del Senato il ricorso alla Corte di Strasburgo dei diritti dell'uomo. Secondo la difesa dell'ex premier e leader del Pdl, la retroattività della legge Severino violerebbe l'articolo 7 della Convenzione dei diritti dell'Uomo, il cui primo comma afferma: "Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso".  Berlusconi ricorre a Strasburgo:  LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE La "Severino" contro la Convenzione - C'è poi un altro riferimento all'articolo 13 della Convenzione, che recita: "Ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un'istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell'esercizio delle loro funzioni ufficiali". Secondo la difesa di Berlusconi, l'ordinamento italiano non prevede per il Cav nessuna possibilità "accessibile ed effettiva" di ricorrere contro l'incompatibilità con la Convenzione Europea della legge Severino, come invece prevede la disposizione ex art.13 della Convenzione stessa rimandando l'analisi della controversia a "un foro domestico appropriato che offra adeguate garanzie di indipendenza e imparzialità".  Allungare i tempi - E' questo il primo passo di una strategia difensiva che punterà innanzitutto ad allungare i tempi. Lunedì prossimo, 9 settembre, la Giunta inizierà ad esaminare il caso della decadenza del Cavaliere, ma il verdetto è ancora lontano. Il relatore Andrea Augello, del Pdl, presenterà i pareri dei 6 giuristi schieratisi a favore di Berlusconi e, probabilmente, la sua relazione verrà respinta con conseguente esigenza di scegliere un nuovo relatore. Ci sono poi le incognite delle "deposizioni": i giuristi stessi e Berlusconi potrebbero venir chiamati dalla commissione. Logico, a questo punto, pensare che il parere della Giunta sulla decadenza del leader del Pdl non arriverà prima di metà ottobre. Il membro della Giunta Felice Casson, del Pd, si dice "per nulla sconvolto" dalla mossa difensiva di Berlusconi. "Si tratta - spiega il senatore ad Adnkronos - di una trentina di pagine, più allegati, ma sono cose ampiamente note, già divulgate dai giornali. Non ritengo che la Giunta cambierà programma di lavoro per questo". Epifani: "Rispetteremo il diritto" - "In uno stato di diritto degno di questo nome ci sono dei principi che nessuno può valicare - è il commento alla questione decadenza di Guglielmo Epifani, segretario del Pd -. Noi non stiamo giocando una partita per noi, non c'è un vantaggio del Pd ma il rispetto che si deve alle Istituzioni e allo stato di diritto perché se non lo facciamo la nostra diventa una Repubblica delle banane e invece noi dobbiamo essere una vera Repubblica. Non possiamo essere totalmente fuori dalle logiche dello stato di diritto". Il messaggio è chiaro: niente sconti a Berlusconi. E non a caso il segretario, dalla Festa democratica di Genova, passa la patata bollente al Cavaliere: "Si avvicina il tempo in cui Berlusconi e il Pdl dovranno decidere una volta per tutte di fronte a questa vicenda che cosa intende fare e quale risposta chiaramente intende assumere di fronte all'opinione pubblica e a tutto il paese". 

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