L'intervento

Napolitano: "Unità, o è tutto a rischio"

Andrea Tempestini

Poche parole, ben mirate, precise, a pochi minuti dall'inizio dei lavori in Giunta al Senato teminati poi con lo slittamento del voto. "Se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio". La firma in calce è quella di Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha parlato in occasione del ricevimento al Quirinale di una delegazione del comune di Barletta, in occasione del 70esimo anniversario della ribellione all'occupazione nazista della città. Muro contro muro - Le attenzioni di Napolitano, però, sono tutte concentrate sul presente. Anzi, sulle ultimissime ore e le ultimissime evoluzioni del quadro politico, che gravita attorno ai lavori della Giunta delle elezioni del Senato che dovrà votare sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Il Pd, alleato del Pdl nel governo delle larghe intese, non solo tira dritto per la sua strada, ma negli ultimi due giorni ha lasciato intendere di voler accelerare, di voler far fuori il Cav il più in fretta possibile. Gli azzurri, di fronte a un atteggiamento di totale chiusura, hanno detto a più riprese che il lavoro del premier Enrico Letta, nel caso in cui Berlusconi venisse fatto fuori, non potrà andare avanti. Appello al buonsenso - E' in questo contesto che, "nascoste" in una lunga riflessione sul nazifascismo, Napolitano si appella al buonsenso delle forze politiche. Un appello che, però, sembra rivolto direttamento ai vertici di Largo del Nazareno. Re Giorgio chiede ad Epifani e compagni di "consolidare i pilastri della nostra convivenza nazionale". Altrimenti, spiega, è "tutto a rischio". E in questo "tutto", ovviamente, c'è anche la premiership di Letta. Napolitano, dopo il messaggio di Ferragosto rivolto al Pdl e dopo le note di richiamo "spedite" agli azzurri, cambia obiettivo. Ora parla ai democratici. Il lavoro diplomatico del Colle secondo le indiscrezioni sarebbe frenetico. Ora, il Cavaliere, si sente (un po') più tranquillo. E così il Cav... - E il fatto che l'appello di Napolitano abbia rasserenato Berlusconi viene confermato anche dalla notizia, pur non confermata ma riferita da autorevoli fonti pidielline, che il Cavaliere avrebbe deciso di non partecipare, domani mercoledì 11 settembre, alla riunione dei gruppi Pdl alla Camera. La scelta, riferiscono le fonti, era già stata ipotizzata dall'ex premier nel pomeriggio, alla luce della nuova mediazione in atto tra Pdl e Pd. Berlusconi e Alfano avrebbero convenuto sull'opportunità di non dare adito a speculazioni su una riunione che, fino a pochi minuti fa, assomigliava a una "chiamata alle armi" per rispondere all'attacco dei democratici.