La politica dei video

Appello a Letta: stop all'Iva, via l'Imu

Andrea Tempestini

La politica italiana si fa con i video. Il videomessaggio di Silvio Berlusconi e il video-personaggio (amarcord) di Enrico Letta. Del motto di spirito del premier se n'è parlato tutto il giorno. "E che, c'ho scritto Jo Condor?". Una citazione che ha fatto venire i lucciconi alla generazione-Carosello, ma che ai più giovani deve essere spiegata. Anni '70, si tratta di un vecchio sketch pubblicitario della Ferrero, due i protagonisti: il gigante amico e Jo Condor, appunto, l'uccellaccio cattivo col cappello rosso. Jo Condor vessava un villaggio, e prima di attaccare diceva: "E che c'ho scritto, Jo Condor?", sinonimo del più attuale "e che c'ho scritto, giocondo?". Un modo per dire: "Non sono mica fesso...". Per dovere di cronaca, ricordiamo che al momento dell'attacco di Jo Condor entrava in scena il gigante buono. "Gigante, pensaci tuuu..." intonava il coretto. E l'eroe interveniva per sventare la minaccia.  Terminato l'excursus, applicamolo alla politica dei video, di cui il Cav è massimo esponente. Poche ore fa la clip di Silvio. Tra il ritorno a Forza Italia e le badilate alla magistratura, ecco il primo, velato, avvertimento al governo: su fisco e tasse, Forza Italia non concederà più nulla. Un avvertimento che oggi Silvio ha ripetuto, e non più velatamente: "Sosterremo il governo Letta se manterrà gli impegni presi". Si parla, ovvio, di tasse e fisco. Ed è proprio tra il primo e il secondo avvertimento che Letta ha rispolverato l'uccellaccio. "E che, c'ho scritto Jo Condor?". Una metafora per spiegare la sua posizione sulle polemiche che quotidianamente sballottano le larghe intese. Un modo per dire "non sono fesso", so quello che devo fare, so quello che posso fare, non mi faccio logorare. Una citazione per replicare, con ironia, agli ultimatum del Pdl (o Forza Italia? Dobbiamo ancora metabolizzare la transizione). In ballo, però, a quarant'anni di distanza dalla "reclame", non c'è un barattolo di Nutella. Ma le sorti di un governo. La partita, ora, si gioca sull'Iva, l'ostacolo più prossimo. Aumenta oppure no? La battaglia infuria. La deadline è fissata per il primo ottobre. Letta non smentisce l'aumento dell'imposta. Il Pdl, con Renato Brunetta, minaccia: "Dica che non aumenterà e onori gli impegni presi", altrimenti la maggioranza non c'è più. I democratici rilanciano: volete congelare l'Iva? Allora rivediamo l'Imu. Una polveriera, insomma. Il cerino resta in mano al premier. Certo, lui non ha scritto in fronte Jo Condor. Noi, di contro, non abbiamo scritto "giocondi": non siamo né lieti, né sereni, né spensierati. In Italia di tasse ce ne sono già abbastanza. Cantare "gigante, pensaci tuuu" è certo suggestivo, ma non sufficiente: gli aut-aut di Berlusconi (ammesso che il gigante sia lui) non bastano. Serve una decisione. Di Letta, del governo, dei ministri. Tutti insieme, Jo Condor e giganti, contro l'aumento dell'Iva. di Andrea Tempestini @antempestini