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Pdl, le colombe vogliono spazio ma al vertice parla solo Berlusconi

Il Cav e Forza Italia

Michele Chicco
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La strada da seguire per il futuro del governo e di Forza Italia l'ha segnata Silvio Berlusconi. Nella riunione a Montecitorio con i gruppi parlamentari Pdl di Camera e Senato c'è stato un solo intervento, quello del Cavaliere: Berlusconi ha parlato per 40 minuti ed ha dettato la linea convinto che i presenti vogliano seguirlo ciecamente. "I panni sporchi si lavano in famiglia - ha detto Silvio -, ma i ministri lo hanno fatto in buona fede"; adesso tutto è chiarito anche se i tumulti che hanno agitato il week end azzurro sono nati proprio dalla mancanza di dibattito. Oggi, con una nuova settimana all'inizio, tutto torna nella normalità: parola a Silvio, gli altri ad ascoltare. Partecipazione - Sabato scorso il primo a sollevare le critiche sulla metodologia era stato Fabrizio Cicchitto: il deputato-colomba aveva sostanzialmente criticato la scelta di far dimettere i ministri dal governo chiedendo un dibattito più approfondito all'interno del partito. Tra sabato e domenica, via via, altri esponenti hanno cavalcato la stessa onda. Tra i ministri, come Gaetano Quaglieriello e Beatrice Lorenzin, ed anche tra i parlamentari, come Carlo Giovanardi. L'appuntamento era per oggi pomeriggio e l'attesa era alle stelle perché si pensava ad una resa dei conti tra il Cav e Angelino Alfano. Invece Berlusconi ha stupito tutti, concedendo la parola solo a sé stesso.  Applausi - Le critiche, poi, sembrano essere svanite nel nulla durante il discorso del Presidente Berlusconi. L'assemblea, infatti, ha applaudito il Cavaliere ed anche Alfano non si è sottratto al tributo nonostante i mugugni del fine settimana. Tutto, insomma, sembra essere rientrato, o quasi. Sempre Cicchitto, a margine della riunione, ha detto di aver "chiesto che ci fosse un supplemento di dibattito" ma è stato stoppato "cortesemente" da Renato Schifani e Renato Brunetta. Oggi doveva parlare solo il Cav, ma questa scelta non è stata accolta con piacere da molti presenti. Cicchitto, adesso, vuole chiarezza sul futuro del governo e su quello del partito perché un Berlusconi che posticipa la crisi a sette giorni non va bene. Oggi, spiega l'ex capogruppo del Pdl a Montecitorio, "tutto è rimasto aperto": così tanto aperto che Cicchitto non sa se mercoledì "verrà votata o meno la fiducia al governo".  Venti senatori - Le certezze tra gli azzurri, insomma, mancano. Quello che si mormora sempre con più insistenza, però, è che ci siano venti senatori azzurri pronti a sostenere Enrico Letta mercoledì. Questa piccola pattuglia di (ex?) berlusconiani sarebbe disposta a dire sì a Letta facendo leva sullo spirito di responsabilità. Mandare tutto all'aria sarebbe troppo rischioso e quindi la cosa giusta da fare sarebbe proprio quella di dare ossigeno all'attuale premier. Questa è anche un po' la strada che i ministri Pdl in rotta col leader avrebbero voluto seguire oggi: nella cena a casa di Quagliariello di domenica sera, infatti, era stata proprio la linea "responsabile" a trionfare. Invece no: tutto rimandato ancora una volta. A convincere le colombe azzurre, oggi, è stato Berlusconi, ma davvero non si sa se questa sia la scelta definitiva. 

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