Il nodo della retroattività

"Tarzan", respinto il ricorso contro la Severino

Andrea Tempestini

Ve lo ricordate Tarzan? O meglio, Andrea Alzetta, detto Tarzan? Candidato con Sinistra e Libertà alle ultime elezioni comunali di Roma, eletto, ma tenuto ai margini dell'Assemblea Capitolina. Anzi, proprio fuori dal Campidoglio. Tarzan, infatti, ha subìto una condanna definitiva, e dunque, in base alla legge Severino, è stato giudicato incandidabile. La condanna - due anni - arrivò nel 1996 per fatti risalenti ai primi anni novanta, avvenuti nel corso di una manifestazione di solidarietà al popolo palestinese. Ma condanna a parte, Alzetta è ben più celebre per un "nobile gesto", ossia quello di depositare letame - cacca - davanti all'ingresso di Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi. Smorfia Silvio - Ecco, ve lo ricordate "Tarzan"? Per paradosso, l'uomo che sparse feci laddove abita il Cavaliere, si era trasformato in una speranza per Berlusconi stesso. Alzetta aveva infatti presentato ricorso al Tar del Lazio contro la Severino. Il presupposto? Il medesimo dell'ex premier: la legge non è retroattiva. Ma i giudici della seconda sezione bis del Tribunale amministrativo hanno respinto il ricorso di Tarzan. Incandidabile, dunque. Per lui il Campidoglio resta e resterà per sempre off-limits. Le motivazioni del Tar saranno depositate entro dieci giorni. Berlusconi, da par suo, osserva con poca, pochissima soddisfazione. Se due più due fa quattro, il suo possibile e futuribile ricorso ai Tar regionali contro l'incandidabilità è destinato ad essere infruttuoso.