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Berlusconi, decadenza: "Un colpo al cuore della deomcrazia"

Silvio alla resa dei conti: visto da Benny

La nota di fuoco di Berlusconi dopo il sì alla decadenza in Giunta. Si mobilita il Pdl. Brunetta: "Non s'illuda il boia..."

Andrea Tempestini
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Tutto come previsto: la Giunta elezioni del Senato dice sì alla decadenza di Silvio Berlusconi per la condanna definitiva e superiore a due anni nel processo Mediaset (leggi l'approfondimento). Ora la palla passa al Senato, che sarà chiamato a ratificare l'esilio politico del Cavaliere. Durissima la reazione dell'ex premier: "Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma dalla precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia". Nella nota, l'ex premier aggiunge: "La democrazia di un Paese si misura dal rispetto delle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sull'imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali - accusa Berlusconi - oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si vìola lo Stato di diritto - conclude - sicolpisce al cuore la democrazia".   Furia Pdl - Prima della nota diffusa da Berlusconi, aveva parlato, usando toni altrettanto duri, Renato Schifani: "Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama, ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità. Al verdetto politico - ha aggiunto iul presidente dei senatori Pdl -, fondato sul pregiudizio e sull'odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione, oggi si è aggiunto l'intollerabile comportamento di un senatore che ha infratto il patto di riserbo dell'udienza pubblica dell'organismo parlamentare" (il riferimento è agli insulti del pentastellato Vito Crimi su Facebook).  "Allarme per la democrazia" - Sulla stessa linea di Schifani si schiera il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone: "Dalla Giunta viene scritta una pagina nerissima per la democrazia italiana. L'allarme - aggiunge Capezzone - si fa sempre più grave e doloroso per chiunque creda nella democrazia, nello Stato di diritto, nella difesa del diritto non solo di Silvio Berlusconi, ma di molti milioni di italiani, a una piena rappresentanza politica e istituzionale. E tutti, non solo gli elettori di Berlusconi, dovrebbero avere a cuore questi valori".  "Non s'illuda il boia" - Non ha preso bene il verdetto della Giunta nemmeno Renato Brunetta, che dopo la decisone dell'Assemblea afferma: "Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell'uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di meta' degli italiani. Ci sara' pure un giudice in Europa. Offesa alla democrazia e al diritto. Tanto piu' grave perche' perseguita con rancorosa pervicacia dal Partito democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo". Quindi la pasionaria Michaela Biancofiore: "L'atteso voto contra personam di una giunta di estrema sinistra politica in favore della decadenza del senatore Berlusconi è una violenta discriminazione del quattro volte presidente del Consiglio italiano ed è la pagina più buia della fragile democrazia italiana".

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