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Legge elettorale, Bersani: "Gentiloni una delusione. Vuole fare un Parlamento di nominati"

Zaccardi Michele
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"Gentiloni ci ha rimesso in credibilità, perché i casi sono due: o si è reso complice di una forzatura di questo genere, oppure è stato indotto, sequestrato". È deluso Pierluigi Bersani, leader di Mdp, nel colloquio con La Stampa, avvenuto subito dopo le dichiarazioni di voto sulla legge elettorale. In Aula, e fuori, è appena andata in scena la protesta delle opposizioni (esclusa la Lega) al Rosatellum, la riforma del sistema di voto approvato in serata dalla Camera a scrutinio segreto sotto la scure della fiducia. "Ne abbiamo viste di tutti i colori, vediamo anche questa", anche se non è la prima volta che la fiducia viene posta sulla legge elettorale, "questa è un po' peggio, perché siamo a fine legislatura e anche perché allora c'era l'alibi che l'Italicum era una legge di iniziativa governativa". Stavolta Gentiloni aveva promesso solo di "accompagnare" l'iter, e invece si è rimangiato tutto, con una forzatura che ha suscitato le reazioni indignate di Mdp  del M5S. A Montecitorio Bersani si era espresso duramente sulla legge. "Se ci fermiamo non si va nel caos, ci sono soluzioni abbordabili e rispettose della Costituzione anche negli ultimi mesi". Si sgola, Bersani, per fermare quella che chiama una "Hapax legomenon", espressione greca che indica una parola usata solo una volta da uno scrittore o da una lingua. "Questa legge è un marchingegno sconosciuto, una roba che in tutto il mondo non è mai esistita". Se Renzi ai tempi dell'Italicum pronosticava che quella legge l'avrebbero copiata in tutta Europa, "Questa invece appena la leggono strabuzzano". Per Bersani è stata un'occasione persa per ridare al Parlamento credibilità, requisito indispensabile per "ricomporre un Paese diviso". In Aula Bersani ha sintetizzato anche i difetti della legge. "Vaghi apparentamenti per raccogliere voti con reti a strascico", e il fatto che "stiamo dicendo al cittadino: tu con un segno decidi tre cose e due possono non piacerti". Infine il monito:"Non sta perdendo credibilità solo Gentiloni: qui stiamo facendo un Parlamento di nominati, e questo non sarà accettato".

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