Prodi: "Renzi non vuole ricostruire il centrosinistra, vuole andare al governo con Berlusconi"
Romano Prodi pensa a un passo indietro circa la sua partecipazione alla kermesse europeista del 28 ottobre organizzata dai radicali guidati da Emma Bonino. Troppa la distanza con quello che il professore vede come la nascita di una lista civetta a rimorchio del Pd renziano. L'ex Presidente del Consiglio è convinto che la coalizione disegnata dal segretario Pd porti a una ulteriore frantumazione del centrosinistra. E soprattutto a quello che chiama il piano Renzi: separare dopo il voto Berlusconi dalla Lega per formare con lui una maggioranza di governo. Come scrive La Repubblica, il segretario dem ne avrebbe parlato con lo stesso Prodi. "Mi ha fatto capire che questo è il punto di arrivo", racconta il professore ai suoi collaboratori. "Per me si sbaglia. Quella sarà una coalizione vera, come la Casa delle libertà. E non si dividerà dopo le elezioni". Inoltre non si vede la volontà vera da parte di Renzi di ricompattare il centrosinistra, come testimoniano alcune dichiarazioni del segretario: "Il candidato premier sono io". Anche il ministro Carlo Calenda, ospite annunciato della convention, inizia a manifestare qualche dubbio: l'evento assomiglia alla fondazione di un partito e lui ha escluso da tempo un suo futuro impegno elettorale. "L'ho detto 60 volte che non mi candido. E ho avvertito gli organizzatori: vengo solo se si parla di Europa e non di elezioni". Alla kermesse dovrebbe prendere la parola una parte cospicua dell'intellighenzia progressista, tra cui Enrico Letta, Roberto Saviano e Giuliano Pisapia. Ma proprio le voci sulla possibile nascita di una lista elettorale agitano l'ex sindaco di Milano, protagonista da qualche mese di un tira e molla con Renzi e i bersaniani. Il leader di Campo progressista vorrebbe essere il collante tra la sinistra più oltranzista targata D'Alema e il Partito democratico. Una sua presenza a un evento che sembra essere a tutti gli effetti l'atto di fondazione di una lista civetta del Pd, rischierebbe di comprometterlo, facendogli perdere il ruolo di mediatore al quale anela tanto.