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Referendum autonomia, Luca Zaia denuncia il boicottaggio di Stato: "l Viminale ci chiede 2 milioni di euro"

Benedetta Vitetta
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Il Viminale presenta il conto a Lombardia e Veneto per le spese di polizia previste per il giorno del referendum per l'autonomia che si svolgerà domenica. Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, si tratta di una vera e propria batosta: oltre due milioni di euro per pagare l'ordine pubblico nella giornata del voto. In Lombardia, si legge in un articolo de La Stampa, il conto è addirittura di tre milioni e mezzo. Per il governatore Roberto Maroni, inizialmente, ha commentato la vicenda i suo assessore al bilancio Massimo Garavaglia. Con toni tranchant: "È l'ultimo scherzetto che il governo ci fa per questa partita.Un motivo in più per votare sì". Il presidente del Veneto non ci sta ed è un fiume in piena: "Ma questi sono matti: in un anno non hanno mai risposto a nessuna richiesta di collaborazione e adesso ci spediscono il conto come se fossimo al ristorante! Una vergogna, nemmeno stessimo facendo una cosa illegale, mentre invece questi referendum hanno ricevuto una doppia benedizione: dalla legge regionale e dalla Corte Costituzionale". E il quotidiano torinese spiega nel dettaglio le spese che Roma ha addebitato alla regione guidata da Zaia: 4.100 uomini per 22 ore di lavoro ciascuno, al prezzo di 18,50 euro, fanno 1 milione e 668.700 euro; poi c'è la voce "indennità ordine pubblico": 4.100 uomini per 3 giorni di lavoro al prezzo (scontato) di 17,25 al giorno, totale: 212.175 ero; Infine vitto a 10 euro per pasto, fanno 160 mila euro. Dolce e caffè compresi nel prezzo. Totale: due milioni e 44 mila 865 euro. "Se avessimo saputo che adesso lo Stato vende la sua sicurezza, facevamo una gara e prendevamo dei vigilantes, ci costavano meno. Oppure avremmo utilizzato i volontari». Insomma, Zaia sente aria di boicottaggio: «Proprio a due giorni dal referendum oggi (ieri, ndr) il presidente del Consiglio ha firmato un documento di 10 righe senza basi giuridiche con la Regione Emilia-Romagna solo per cercare di dimostrare l'inutilità dei nostri referendum". C'è chi obietta sia normale pagare il costo dell'ordine pubblico, solo che di solito le elezioni locali sono accorpate a quelle nazionali e così il peso non si sente. "Ma non è vero: nel 2015 per le regionali del Veneto abbiamo pagato 151mila euro e c'erano militari, trasporti di schede e conteggi. Questa volta invece ci hanno negato tutto" dice a La Stampa, "però il conto per mettere la polizia davanti ai seggi è più che salato. È come se avessero presentato a Marco Pannella, maestro di democrazia e conquiste sociali, il conto per la forza pubblica per tutti i referendum che ha organizzato". Se per ora dal Viminale non commentano, Zaia nel frattempo incassa perfino la solidarietà della deputata Pd di Treviso, Simonetta Rubinato: "Questa richiesta rischia di apparire come una provocazione" conclude il governatore, "ho l'impressione che il governo abbia fatto autogol. Se questo è il segno della leale collaborazione tra istituzioni, siamo alla frutta".

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