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Referendum, Maroni: "Anche la Brexit è iniziata con un voto consultivo"

Benedetta Vitetta
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In attesa dell'esito e soprattutto dell'affluenza del voto di domenica, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha già fissato la road map con il governo per "strappare" alcune competenze a Roma. "Entro una settimana" spiega Maroni al Corriere della Sera, "mi auguro che il Consiglio regionale approvi la mozione che porterò e che mi autorizza ad aprire formalmente la trattativa col governo. Voglio tutte e 23 le materie. Sentiremo i sindaci e dopo una settimana manderò la richiesta al governo. Gentiloni, quindi, deve aprire il tavolo prima di Natale. Mi auguro che abbia un atteggiamento non di parte ma da presidente del Consiglio. A San Valentino poi potrei ricevere la prima risposta concreta per chiudere prima delle elezioni politiche». Insomma, prima della fine della legislatura, per il numero uno del Pirellone l'autonomia di Lombardia (e Veneto) dovrà essere cosa fatta. Dopo Lombardia e Veneto, ora anche l'Emilia-Romagna ha avviato la sua vertenza autonomista senza ricorrere alle urne. Nessun dubbio che la strada referendaria fosse l'unica percorribile? «Tifo per il governatore Bonaccini sul regionalismo differenziato" aggiunge Maroni al Corriere, "ma ieri in materia di autonomia ha firmato con il governo un accordo modesto. In più ho appena saputo che nella manovra il governo prevede 450 milioni di euro in meno per la sanità lombarda. Se l'esito dell'accordo col governo è un taglio da 230 milioni all'Emilia Romagna, Bonaccini poteva fare a meno dell'accordo". Per il presidente della Lombardia, questa è "la dimostrazione che è il voto del popolo a fare la differenza. E anche la Brexit è passata attraverso un referendum consultivo, e mi pare che la cosa abbia avuto qualche conseguenza".

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