Guerre intestine

Pdl, Daniela Santanché smentisce i veleni: "Niente tensioni falchi-colombe, rapporti bellissimi"

Roberto Procaccini

E' una settimana che non si faceva sentire. Solitamente al centro del dibattito, Daniela Santanché, la pitonessa, l'aquila reale tra i falchi del Pdl, dopo sette giorni di silenzio fa capolino sul Corriere della Sera per dire: "Nessun problema, nessuna emarginazione nel partito, con gli altri ho un rapporto bellissimo". Eppure, dopo il voto di fiducia al premier Letta di mercoledì scorso, la Santanché si è ritirata nelle retrovie. Guerra intestina - La battaglia finale tra falchi e colombe, quella che ha portato il Popolo delle Libertà a un passo dalla scissione, si è consumata intorno alla fiducia accordata (all'ultimo momento) da Silvio Berlusconi al governo. E la pitonessa, che della  fazione definita "estremista" dai "diversamente berlusconiani" era la stella, dallo scontro è uscita acciaccata. I roumors parlano di una Santanchè che non trova più ascolto in Berlusconi, messa alla porta dai nemici del partito, meno presente a Palazzo Grazioli. E nei talk. Dopo una presenza (imbarazzata) ad Otto e 1/2 su La7 il giorno stesso del voto di fiducia, è comparsa un paio di volte sui giornali con dichiarazioni bellicose ("Alfano? Di capo ne basta uno, per una donna come me", e poi: "Perdere una battaglia non vuol dire perdere la guerra"). Poi il silenzio. Adesso un messaggio distensivo. Qualcosa sta cambiando: la pitonessa mette le piume?