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M5s, il futuro Angelino Parisi e l'orrore online: "Bruciare vivo Rosato. Floris non capisci un c..."

Andrea Tempestini
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"Rosato facciamo un patto, se questa legge sarà cassata dalla Consultam noi ti bruceremo vivo, ok?". Parole e musica di Angelino Parisi, grillino, designato dal candidato Giancarlo Cancellieri come futuro assessore ai rifiuti della Sicilia. Insomma, un pezzo grosso del Movimento 5 Stelle che come il peggior Napalm 51 di Maurizio Crozza si improvvisa hater online, proponendo addirittura di dare fuoco al padre del Rosatellum. Un tweet piovuto dopo l'approvazione della legge elettorale. Un tweet vergognoso di cui dà conto La Stampa. Al quale ne ha fatto seguito un secondo contro Giovanni Floris: "Hai confermato che sei un idiota che non capisce un cazzo. L'Appendino non è accusata di falso in bilancio". Un tweet postato durante la puntata di Di Martedì in cui tra gli ospiti figurava anche Massimo Giannini di Repubblica, accolto così: "Ecco l'altro cretino di Giannini che dimostra di non saper manco leggere". Insulti su insulti: "Giannino - riprende il signore -. Il M5s è sotto attacco del Pd e di voi giornalisti servi, coglione". Roba da grillini insomma. Il signor Parisi, che come si evince dai suoi tweet è un grande fruitore di televisione, ama prendersela coi conduttori. Coi giornalisti, nemici giurati del Movimento, soprattutto con quelli che "toccano" Chiara Appendino. Ne ha anche per Corrado Formigli: "Formiglio (storpia il nome, ndr), dopo fango e falsità adesso inviti Virginia Raggi, al posto tuo ti querelerei". Quando hanno ricordato al grillino le sue frasi, lui si è sottratto: "Non ricordo quei tweet, che vanno comunque contestualizzati. A ogni modo sono tweet di un privato cittadino, scritti quando non ero assessore designato del M5s. Cosa c'entra il passato col ruolo che dovrei ricoprire?". Domanda senza senso, così come senza senso è la sua autodifesa: contestualizzare l'idea di "bruciare vivo" qualcuno è esercizio retorico assai difficile. Travolto da un fiume di critiche, ora Parisi ha provato a correggere la rotta: "Quando sbaglio so riconoscerlo, per questo oggi sento di dover chiedere scusa per il mio tweet dei giorni scorsi rivolto a Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. Quel linguaggio e quei toni non mi appartengono e mi dispiace essere andato oltre i limiti in un momento in cui sono prevalse la rabbia e l'amarezza per i modi e i tempi con cui il Pd stava imponendo al Parlamento una nuova legge elettorale incostituzionale. Non sono un hater, come in queste ore la stampa mi sta definendo, sono un cittadino che ha a cuore la democrazia e le istituzioni, così come ho a cuore la mia terra, quella Sicilia che per troppi anni è stata nelle mani di persone che l'hanno distrutta. Sono umano e ho sbagliato, ma non permetto a nessuno di strumentalizzare un mio errore per provare ad accostarmi agli impresentabili che affollano le liste di Nello Musumeci, nè di mettere in dubbio la mia correttezza, la mia integrità morale e l'impegno che ho sempre dedicato alla mia Sicilia". La difesa, insomma, continua a fare acqua da tutte le parti. Non si è fatta però attendere neppure la risposta di Rosato, il piddino da "bruciare vivo". Il democratico ha commentato la vicenda su Facebook, con questo post:

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