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Silvio Berlusconi, il ricorso a Strasburgo e la mossa della corsia d'urgenza: i giudici decidono subito sulla sua candidabilità?

Andrea Tempestini
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Per Silvio Berlusconi e il suo futuro politico, oggi, è un giorno importantissimo. A Strasburgo, infatti, prendono la parola i giudici ai quali la procedura della Corte europea dei diritti dell'Uomo consente di porre domande e richieste di chiarimento. Si parla, ovviamente, della Severino e dell'incandidabilità - retroattiva - del Cavaliere. E i chiarimenti dei giudici potranno essere richiesti ai legali del leader di Forza Italia e al governo italiano. L'iter, comunque, sarà lungo: si temono almeno sei mesi d'attesa. A meno che... Già, perché Berlusconi ha una carta da giocarsi per tagliare in modo netto - in alcuni scenari nettissimo - i tempi del giudizio della Corte europea. Si tratta, nel dettaglio, della possibilità di sollevare la richiesta di urgenza cautelare prevista dall'articolo 39 del regolamento di Strasburgo. A Il Messaggero, il professor Saverio Marini, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico all'università di Tor Vergata di Roma, spiega: "Non l'hanno fatto in sede di ricorso ma possono usare questo argomento in aula. È difficile che basti ad ottenere una decisione in giornata, tanto più che la data delle elezioni non è ancora stata fissata, ma potrebbe avere un impatto sui tempi complessivi della decisione". Insomma, l'asso nella manica del Cavaliere è di quelli importanti, decisivi. Certo, tagliare i tempi decisionali potrebbe avere anche risvolti negativi, può essere rischioso. Ma se il leader di Forza Italia non correrà questo rischio, avrebbe molto da perdere: per esempio, in ogni scenario possibile, la possibilità di correre da candidato premier.

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