Banca Etruria, Pier Luigi Boschi indagato: bufera sul procuratore di Arezzo, in commissione si è "scordato" di dirlo
In audizione davanti alla commissione parlamentare d'indagine è stato ascoltato Roberto Rossi, il procuratore di Arezzo. Il quale, si apprende, ha omesso di riferire che Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena ed ex vicepresidente di Banca Etruria, è di nuovo indagato per "falso in sospetto". O meglio, lo avrebbe negato, tanto da rischiare ora un deferimento al Csm. Le indagini stanno cercando di far luce sul prospetto che fu redatto dalla banca per l'emissione di obbligazioni subordinate, dalla cui vendita è derivato, appunto, lo scandalo. Nel mirino un'operazione decisa dai manager dell'istituto per provare a raddrizzare i conti della banca, dopo che i soci avevano rifiutato di sottoscrivere l'aumento di capitale. Nel dettaglio, nel prospetto informativo non sarebbero stati indicati i rischi per gli investitori, come previsto dalla legge. A segnalarlo alla procura è stata la Consob, che ha successivamente notificato multe per oltre due milioni di euro agli amministratori dell'istituto di credito. A papà Boschi, per onor di cronaca, sono stati chiesti 30mila euro. Ma su tutto ciò il procuratore di Arezzo - toh che caso - ha taciuto in commissione. Le reazioni del mondo politico non si sono fatte attendere e Twitter è invaso di commenti, tra cui quello di Danilo Toninelli del M5S: "Su Banca Etruria continuano ad emergere episodi inquietanti. Vogliamo giustizia per i risparmiatori e ancora aspettiamo le querele della Boschi a DeBortoli". Non mancano i tentativi di difesa del Pd, tra questi si ha Franco Vazio, parlamentare e componente della Commissione d'Inchiesta sulle banche: "L'insistenza di fare confusione su Banca Etruria nasconde l'obiettivo di non parlare dei veri problemi delle Banche. I 5 Stelle sono incompetenti e non conoscono regole e leggi. A noi interessano le famiglie italiane. Noi non facciamo polemiche, pretendiamo la verità. I risparmiatori hanno bisogno di questo".