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Silvio Berlusconi, l'ex Forza Italia Stefano Bertacco: "Vi spiego come rubargli voti"

Andrea Tempestini
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«Il voto storico di Forza Italia è quasi completamente sul mercato, basta dare un'occhiata alle percentuali che hanno ottenuto alle ultime elezioni amministrative, soprattutto al Nord. Noi abbiamo tutte le caratteristiche e i riferimenti ideologici per intercettarlo: alle prossime politiche Fratelli d'Italia otterrà un risultato al di là delle nostre stesse aspettative». Stefano Bertacco, 55 anni, a settembre è diventato il primo senatore nella storia (pur giovane) di Fdi. È passato da Forza Italia al partito di Giorgia Meloni. Nel 2004 fu nominato responsabile per il Veneto del settore volontariato di Alleanza Nazionale. Nel 2009, a Verona, divenne assessore al sociale nella prima giunta dell'allora leghista Flavio Tosi, ruolo che è tornato a ricoprire dallo scorso giugno sotto l'amministrazione di centrodestra guidata da Federico Sboarina. Candidato al Senato nel 2013 col Popolo della Libertà, in Veneto Bertacco risultò il primo dei non eletti, ma entrò comunque a Palazzo Madama l'anno successivo dopo le dimissioni di Elisabetta Casellati, eletta membro del Consiglio Superiore della Magistratura. Senatore, su cosa punterete per rubare voti a Forza Italia? «Prima di tutto sulla coerenza: no secco e senza possibilità della minima discussione allo ius soli, e grandissima attenzione alle reali esigenze degli italiani: prima noi, poi, eventualmente, vengono gli altri. Al di là di un partito territoriale come la Lega, credo che Fratelli d'Italia rappresenti l'unico movimento con idee precise. Puntiamo alla stabilità e al nostro interno non ci sono fazioni o correnti varie». Scusi, ma la Lega non è mica diventata un partito nazionale? «Beh, guardi, a me risulta che si chiami ancora “Lega Nord”. In ogni caso siamo convinti che l'elettorato di destra che negli ultimi anni ha perso il punto di riferimento di An oggi finalmente abbia un partito serio e solido su cui contare. Le ripeto: noi vogliamo difendere gli italiani». I sovranisti Alemanno e Storace però appoggiano Salvini come candidato premier. Non teme che il Carroccio possa pescare nel vostro bacino elettorale? «Anche noi abbiamo intenzione di pescare nel loro: starà ai cittadini scegliere la proposta politica più credibile. Faremo grandi cose anche nelle regioni a trazione leghista». Torniamo alla sfida interna con Forza Italia: basteranno i temi identitari per eroderle consensi? «Assolutamente no. Le faccio un esempio: secondo lei alla gente cosa gliene frega che la politica litighi sulle fake news quando la disoccupazione ha toccato livelli inimmaginabili e la ripresa, malgrado qualche piccolissimo segnale, è ancora un miraggio? Oltretutto spesso è la politica stessa a generare notizie false. Pensi alla tanto decantata spending review: non hanno tagliato un bel niente. In compenso quando chiediamo soldi per il fondo per la non autosufficienza questi non ci sono mai. Dobbiamo pensare alle fasce deboli, concentrarci sull'occupazione, dare la possibilità ai piccoli-medi imprenditori di assumere: la situazione di un sacco di persone è ancora drammatica, e purtroppo, visto che a Verona mi occupo del sociale, me ne rendo conto quotidianamente». E qual è la ricetta di Fdi per migliorare le cose? «Innanzitutto non è sufficiente dire che verranno alzate le pensioni degli anziani. L'Istat ha diffuso dei dati preoccupanti sull'invecchiamento della società: il saldo demografico parla chiaro. C'è l'urgenza di rivedere le politiche verso quelle generazioni che andranno in pensione sempre più tardi, ma che prima o dopo ci andranno e noi abbiamo il dovere di accompagnarle a questo passaggio con gli strumenti del caso». Ha citato il saldo demografico: in Italia non si fanno più figli, perché? «Perché non ci sono politiche familiari vere. I problemi non li risolvi coi “bonus bebè”, con contributi sporadici come gli 80 euro di Renzi. C'è bisogno di un intervento strutturale, di una riforma che consenta ai giovani di metter su famiglia. Le coppie devono essere messe nelle condizioni di non fare dei freddi calcoli economici quando pensano di avere un bambino». C'è una cosa che la Meloni dovrebbe rubare a Berlusconi per aumentare i propri consensi? «Da Berlusconi dovremmo imparare tutti a utilizzare la comunicazione in maniera più semplice e immediata». Facile a dirsi... «Bisogna sempre porsi obiettivi ambiziosi. Però su Giorgia mi faccia aggiungere una cosa». Dica. «Il suo gradimento è in continua crescita e stando agli ultimi sondaggi, senza la candidatura a premier di Berlusconi, sarebbe lei il leader assoluto per quella fascia d'elettorato». di Alessandro Gonzato

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