
Sondaggio Ixè, Silvio Berlusconi il più apprezzato tra gli elettori di centrodestra. Dopo di lui Antonio Tajani

Tutto gira attorno a Silvio Berlusconi. Lo testimonia l'ultimo sondaggio di Ixè, ripreso dall'Huffington Post. Il Cavaliere resta il leader più apprezzato del centrodestra, sia secondo gli elettori in generale che per quelli che votano i partiti della coalizione in particolare. Vediamo le cifre. L'uomo di Arcore dovrebbe guidare l'alleanza per il 26% degli intervistati. Alle sue spalle Giorgia Meloni (24%) e quindi Matteo Salvini (19%). Si segnala un 22% che non ha alcuna preferenza. Tra chi voterà per il centrodestra, però, il Cavaliere prende il largo e tocca il 44%, con Salvini al 25% e la Meloni al 21. Come ha recentemente segnalato il segretario leghista, il problema dell'ex premier è la non candidabilità per le note grane giudiziarie. In attesa di un eventuale via libera dai giudici di Strasburgo, gli azzurri devono pensare a un candidato di scorta. Ixè ha sondato il popolo di centrodestra e la maggioranza relativa degli interpellati promuove Antonio Tajani. Il presidente del parlamento europeo è apprezzato dal 37% di chi sceglierà uno dei partiti della vecchia Casa delle Libertà. Alle sue spalle il generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli, lanciato da Berlusconi poche settimane fa: si attesta al 19%. Tre punti in meno per Renato Brunetta. Tajani è di gran lunga il preferito per gli elettori di Forza Italia, tanto che sarebbe un perfetto leader per il 41% di loro, con Brunetta che incassa l'apprezzamento del 21% e Gallitelli che piacerebbe al 15% dei forzisti. La musica cambia leggermente se si sondano gli elettorati di Salvini e della Meloni. I leghisti - che ovviamente sperano nel successo del proprio segretario - preferirebbero Gallitelli come timoniere azzurro, forse perché ha una connotazione politica meno marcata rispetto alle altre opzioni. Il generale ha l'apprezzamento del 29% dei supporter del Carroccio, con Tajani al 23% e Brunetta all'11. Il presidente del parlamento europeo sarebbe invece gradito dal 47% dei Fratelli d'Italia. A una distanza siderale si collocano sia Gallitelli (fermo al 12%) che Brunetta (9%). Negli ultimi mesi, il dibattito sull'eventuale premier ha agitato la coalizione: in particolare, il Cavaliere ha messo sul piatto una serie di nomi che spesso sono stati sonoramente bocciati dagli alleati. In particolare da Salvini. Berlusconi ha espresso apprezzamenti per Sergio Marchionne, Mario Draghi o, appunto, Tajani e Gallitelli. Peraltro, il presidente del parlamento europeo ha smentito di voler lasciare Bruxelles per un incarico a Roma. Ma l'affaire-leadership (che, in caso di vittoria, diventerebbe affaire-premiership) è solo uno dei tanti temi che agitano il centrodestra. Nelle ultime ore c'è tensione per la legge Molteni, che si propone di cancellare gli sconti di pena per i reati gravissimi, una norma caldeggiata dal Carroccio e sulla quale Forza Italia - secondo i salviniani - ha tirato il freno. Fatto sta che, in modo meno plateale, gli animi si stanno scaldando anche per la cosiddetta quarta gamba e per il risiko delle candidature per le regionali. Berlusconi vede di buon occhio una formazione centrista per regalare qualche punto percentuale in più alla coalizione, ma Salvini ha già messo dei paletti: «Non candidiamo riciclati o chi ha sostenuto il centrosinistra». Braccio di ferro anche per gli aspiranti governatori. In Friuli Venezia Giulia la Lega ha lanciato il suo capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga, ma Forza Italia spinge il suo Riccardo Riccardi. Il nome è stato fatto ieri da Brunetta, che ha ricordato la conferma di Maroni in Lombardia e la fresca vittoria di Nello Musumeci in Sicilia. Quest'ultimo è un profilo assai gradito alla Meloni. Quindi, fa capire l'ex ministro, l'opzione-Riccardi rientra in una logica di equilibrio tra alleati. Ma la partita friulana resta apertissima. Questioni aperte anche nel Lazio e in Molise. A Roma, Salvini vedrebbe bene Sergio Pirozzi (sindaco di Amatrice) ma il nome non scalda Berlusconi e non convince la Meloni. Un incontro tra i leader, per far chiarezza prima delle feste, è auspicato da Fratelli d'Italia. Ma il leghista frena e Berlusconi non drammatizza. di Matteo Pandini
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