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Matteo Renzi: "Ho perso consenso, ma alle elezioni il Pd sarà primo partito"

Benedetta Vitetta
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Matteo Renzi si confessa al Corriere della Sera. E forse per la prima volta ammette che i sondaggi danno in netto calo il suo partito. "L'elemento preoccupante non è l'ultima settimana, ma i trend. Da maggio a oggi il Pd ha perso quasi sette punti. Stiamo pagando il fatto che gli altri sono in campagna elettorale mentre noi dobbiamo sostenere la responsabilità del governo e passiamo il tempo a litigare all'interno". Ma il segretario è altrettanto convito che, una volta iniziata la campagna a elettorale, finiranno le polemiche interne e il Pd "potrà riprendere a parlare con il Paese" e "sarà il primo partito".  Anche il 'brand' Renzi è in calo, gli fanno notare. E lui ammette: "È evidente che il mio consenso personale non è più quello del 2014" ma "se è vero che il grafico del mio gradimento è sceso, è altrettanto vero che è salito il grafico degli occupati, del Pil, della fiducia, degli investimenti e il miracolo di questi anni è stato reso possibile dal Pd: siamo una squadra forte". Poi il segretario Pd parla del delicatissimo e quanto mai scottante dossier sulla Commissione banche: "Non solo non mi sono pentito, ma lo rifarei domattina. Dobbiamo dividere i risultati del lavoro della Commissione dalla mistificazione che ne viene fatta da una parte delle opposizioni e da alcuni media. Demagogia è prendere un problema complesso e presentarlo in modo fuorviante ai cittadini indicando un facile capro espiatorio. Nel linguaggio barbaro di Cinque Stelle e di parte della stampa sembra che il problema delle banche italiane siano Banca Etruria e Boschi", precisa.  La sottosegretaria Boschi doveva fare un passo indietro? "La Boschi è oggetto di un'attenzione spasmodica che copre i veri scandali di questi anni. A gennaio comunque" afferma Renzi, "gli organi del partito decideranno: la mia opinione è che si debba candidare, senza alcuna incertezza. I colpevoli li giudicano i giudici. I politici li giudicano gli elettori".

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