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"Sei un inetto", "Tu falso e amico del Pd"Sull'immigrazione finisce la luna di miele tra Grillo e Travaglio

Il vicedirettore del Fatto non ha gradito la chiusura del leader 5 Stelle sull'abolizione della clandestinità. Furia Beppe: "Siete dei sobillatori e non dite una verità"

Ignazio Stagno
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La storia d'amore tra Beppe Grillo e Marco Travaglio finisce sull'emendamento del M5S per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. "Grillo e Casaleggio hanno perso una buona occasione per stare zitti". Marco Travaglio nell'editoriale di oggi, sabato 12 ottobre, sul Fatto Quotidiano, critica aspramente il leader del M5S e il guru Gianroberto Casaleggio per il loro "no" alla proposta dei parlamentari grillini sull'immigrazione. Il tema è sempre quello del reato di clandestinità, tornato prepotentemente alla ribalta con la tragedia di Lampedusa (e pure con l'affondamento di un altro barcone di disperati ieri pomeriggio). Secondo Travaglio Grillo e Casaleggio hanno fatto male a bacchettare i loro senatori, disconoscendo il disegno di legge per l'eliminazione del reato. Perchè, spiega Travaglio, i parlamentari pentastellati hanno agito con grande tempismo, "obbligando Pd e Sel a votare con loro un provvedimento perfetto per tempistica rispetto a quanto è accaduto in questi giorni". Travaglio stigmatizza la frase con cui Grillo ha censurato i suoi: "Se avessimo incluso l'abolizione del reato di clandestinità nel nostro programma, alle passate elezioni avremmo avuto un risultato da prefisso telefonico". E ce l'ha pure coi 'piani quinquennali' del Movimento: "Va bene - concede - la coerenza nei confronti degli impegni presi con gli elettori, che significa fare le cose scritte nel programma, ma nel corso di una legisltaura si possono presentare delle situazioni impreviste, delle emergenze rispetto alle quali una forza politica non può restare passiva. E questo hanno fatto i senatori 5 stelle: agire con tempismo per dare una risposta a una esigenza impellente". Insomma una bocciatura senza se e senza ma della linea dei due leader pentastellati. La risposta di Beppe non si fa attendere. Ma non è il leader a sporcarsi le mani, tanto meno il socio Gianroberto Casaleggio: a coprire di insulti il vicedirettore del Fatto  è il commento di Ernesto Tinazzi Leone dal titolo eloquente: "I falsi amici".  Solo un commento? Non proprio, perchè il testo è stato estrapolato e incastonato in bella vista nella home del sito. Una chiara scelta editoriale. L'invettiva - "Possente campagna sul Fatto Quotidiano, che ha sostituito l'Unità come organo del PD (menoelle, ndr), ricca di battute e insulti contro Beppe Grillo (nuovoleghista...)". Il blog di Grillo accusa l'ex amico Marco di insultare anche quella "parte della rete M5S che non si prostra alle gonnelle piddine e al'ipocrisia del momento sul tema immigrazione". La denuncia è quella di una vera e propria campaga stampa (il Fatto usa la macchina del fango?) basata su "articoli di basso livello e mediocri ricchi di insulti, velate porcate e accuse di xenofobia, borghezio oriented". L'intento del Travaglio&co, secondo il blog di Grillo, è sovversivo: rappresenta cioè un "invito" ai sostenitori del 5 stelle "a mandare a fare in culo i garanti dell'M5S, nonchè sobillare i nostri senatori e deputati". Le conclusioni sono spietate: "Sempre vero: meglio nemici diretti, che falsi amici - scrive Tinazzi -. Posso solo non acquistare il fatto quotidiano (sic); più serio comprare l'Unità o nulla (come faccio da tempo), giornale di partito non mascherato che non ti prende per il culo. I giornalisti del Fatto sono falsi, sobillatori e amici del Pd". La base si ribella -  Insomma Grillo regola subito i conti con Travaglio e il Fatto, ma la base dei Cinque Stelle insorge contro il leader e lo fa proprio sul blog di Grillo. "Beppe, Casaleggio, ma un po' di autocritica voi 2 mai?!?" chiede Massimo Melpi. "Bravi, siete fantastici - rimprovera Filippo Gatti -, se volete affossare l'unica speranza contro il monopolio politico degli ultimi 20 anni state operando nella maniera più giusta". Nell'eco dei sostenitori più fedeli della coppia di leader, si stagliano però le voci più critiche: "Travaglio, Scanzi, gli eletti in parlamento, una moltitudine di elettori e di iscritti - ricorda Mauro Caputo -, vi stanno dicendo ( a chiare lettere ): "Sapete che c'è caro Beppe e caro Casaleggio? Avete fatto una minchiata."

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