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Silvio Berlusconi: "Il centrodestra punta al 45%. Il mio super-candidato a Palazzo Chigi"

Giulio Bucchi
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"Stiamo raggiungendo quota 40% che dovrebbe garantire la maggioranza assoluta in Parlamento. Però mancano due mesi alle elezioni. Abbiamo ampi margini di crescita. Punto al 45% di coalizione". È un centrodestra senza limiti quello previsto da Silvio Berlusconi. L'ex premier e leader di Forza Italia, intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo su Radio Capital, è in piena trance elettorale e guarda già a Palazzo Chigi: "Il nome del mio candidato ideale non lo posso dire adesso ma posso assicurare che è un super candidato", assicura. Si è fatto il nome del governatore della Bce Mario Draghi, anche per il ministero dell'Economia: "Magari, ma purtroppo non mi risulta che il governatore sia interessato a ruoli di governo in Italia". Per ora si sente di escludere un altro candidato eccellente, il governatore uscente della Lombardia Roberto Maroni, leghista ben visto anche dentro Forza Italia. Molto si è discusso della sua rinuncia alla ricandidatura alla Regione Lombardia. Attesa di un posto a Roma? "Escludo nel modo più assoluto che ci sia un accordo segreto - taglia corto Berlusconi -. Se Maroni ha dei motivi personali che lo hanno spinto a non ricandidarsi alla presidenza della regione Lombardia, a due mesi dal voto, dico che è assolutamente impensabile che si possano pensare per lui dei ruoli politici e tanto meno dei ruoli nel futuro governo".  A chi, grillini in testa, ha criticato la presenza (fuorviante?) della sigla "Berlusconi presidente" nel simbolo elettorale, il Cavaliere risponde sicuro: "Io sono il presidente di Forza Italia. Non l'ho voluto io il nome nel simbolo, ho accettato la decisione dei dirigenti di Forza Italia. Diciamo che questo simbolo ha il valore di un auspicio, di una speranza. Indica che Berlusconi è il leader carismatico e incontrastato di Fi". Ma se dopo il 4 marzo non ci sarà una maggioranza certa, cosa succederà?  "Siamo assolutamente contro le larghe intese - assicura Berlusconi -. Finché non ci sarà una maggioranza in grado di esprimere un nuovo governo, ovviamente andrà avanti il governo Gentiloni. È una semplice constatazione tecnica, non un giudizio politico. Il problema non si porrà. Avremo la maggioranza noi". Di sicuro, la battaglia non sarà contro il Pd ma contro il Movimento 5 Stelle, i cui esponenti "non hanno alcuna esperienza e competenza. La gran parte di loro non sa cosa significhi lavorare e amministrare. E i risultati si vedono a Roma: il collasso della Capitale è l'emblema di quel che potrebbe accadere al Paese se governassero. C'è da avere paura". "I grillini assegnerebbero responsabilità di governo a magistrati che sono i portabandiera del peggiore giustizialismo e dell'uso politico della giustizia. Insomma, c'è da aver davvero paura. Ma noi li fermeremo". 

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