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Vittorio Feltri: perché la rottura di Roberto Maroni preoccupa tutti gli autonomisti

Andrea Tempestini
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Roberto Maroni intende lasciare il posto di Governatore della Lombardia per candidarsi al Parlamento nazionale. Non ha detto perché e siamo basiti, visto che egli è alla guida della regione italiana più importante e ricca, e si è comportato sempre bene. Ha in ballo - dicono - una mini questione giudiziaria, diremmo irrilevante, che essendo nelle mani, come ovvio, della giustizia più stramba del mondo, immaginiamo non gli faccia dormire sonni tranquilli e preferisca smammare. Al riparo del Palazzo della casta non avrebbe nulla da temere fino a sentenza definitiva della Cassazione. Se questa è la ragione della fuga, comprendiamo. Però non digeriamo. Non per ostilità nei confronti del presidente, che stimiamo da anni, ma in quanto la sua assenza, dovuta alla partecipazione alle elezioni “romane”, lascerà campo libero alla sinistra, che ne profitterà per tentare di impadronirsi della Lombardia. Leggi anche: Feltri: cosa penso dell'accordo Cav-Salvini-Meloni Infatti il successore di Roberto dovrebbe essere Fontana, ex sindaco di Varese, il cui cognome è identico a quello del direttore del Corriere della sera, e molti cittadini confonderanno i due omonimi. Candidato della sinistra sarà Giorgio Gori, eccellente capo della giunta di Bergamo, dove quasi tutto se non tutto funziona a meraviglia. Facile che questi possa spuntarla, il che dispiacerebbe poiché la mia città perderebbe un amministratore con i fiocchi, dato che il centrodestra cederebbe la regione agli avversari del Pd e gente simile. Inoltre ci domandiamo come faccia Maroni, lui che ha vinto la battaglia referendaria sulla autonomia, a ritirarsi sul più bello, cioè al momento di raccogliere i frutti del suo trionfo (che fa il paio con quello di Zaia in Veneto) e di festeggiarlo concretamente con noi. Insomma siamo delusi. Per i lombardi (per me) Maroni era e resta una bandiera che nessuno desidera ammainare davanti a questioni politiche e giudiziarie apparentemente senza senso. Preghiamo il Governatore di ripensarci. Non è corretto scarichi coloro i quali hanno creduto in lui e lo hanno seguito con gli occhi chiusi per fiducia. Siamo al corrente che laggiù nella capitale, dove domina la casta, la vita è più tranquilla e serena per un uomo politico, che spera sempre in un successo del proprio partito (o coalizione) onde proseguire nella carriera sedendosi su poltrone più prestigiose. Giusto e regolare, mica siamo nati ieri mattina all'alba. Tuttavia questa storia amareggia perché la partenza di Maroni ci fa sentire orfani e il successore non garantisce ai fini della autonomia, che è la salvezza della regione più spremuta del Paese. Viene voglia di trasferirsi in Veneto, al quale peraltro Bergamo appartenne. Tra le mura ci sono più leoni che in piazza San Marco e dintorni. Ultima considerazione. Forza Italia preferisce la Gelmini a Fontana. Ciò sarà un altro pomo della discordia tra le due forze maggioritarie del centrodestra. Se si tratta di litigare, siete come al solito in prima fila. di Vittorio Feltri

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